Con il policlinico la settimana scorsa e l’ospedale universitario giovedì, Poitiers partecipa pienamente allo studio realizzato dalla Società francese di cardiologia sull’importanza di uno screening più sistematico dell’insufficienza cardiaca.
Rilevare l’insufficienza cardiaca è semplice come… una goccia di sangue. Tuttavia, questa malattia provoca 70.000 morti ogni anno in Francia. E interesserebbe quasi 1,5 milioni di persone. Il condizionale è necessario perché, in assenza di uno screening sistematico, questo dato riflette solo le stime epidemiologiche. Per compensare questa imprecisione, il Gruppo di insufficienza cardiaca e cardiomiopatia (Gicc) della Società francese di cardiologia ha lanciato uno studio senza precedenti in venticinque strutture sanitarie pubbliche e private. Chiamato DEPIC FR, si estende da ottobre a dicembre sotto forma di giornate informative e di proiezione. Uno di essi si è svolto martedì scorso al policlinico di Poitiers, un altro è previsto giovedì all’Ospedale universitario. Cosa c’è di meglio di una sala ospedaliera per raggiungere la popolazione in tutta la sua diversità.
Il test, aperto agli adulti, escluse le donne incinte o i cardiopatici, consiste nel prelevare una goccia di sangue dalla punta di un dito, quindi far passare il campione attraverso una macchina per misurare la presenza di NT-proBNP. Il dosaggio ematico di questo biomarcatore, quando è superiore a 125 ng/ml, rivela l’esistenza di una disfunzione cardiaca. Nel 15-20% dei casi il test risulta positivo. Da lì a concludere subito che un punto debole c’è… “Ci sono falsi positivi, possibili per altri motivi come l’aritmia…”avverte il DR Barnaba Gellen.
Il cardiologo, membro della Società francese di cardiologia, si batte affinché il test venga sistematizzato durante ogni consultazione con il cardiologo. Perché purtroppo lo scompenso cardiaco sa essere discreto. Sicuramente vi contribuiscono fattori come il tabacco, il diabete, l’ipertensione, il colesterolo, l’obesità, la sedentarietà o lo stress, senza dimenticare il fattore ereditarietà. Ma lo scompenso cardiaco ha la particolarità di condividere i suoi sintomi – mancanza di respiro, aumento di peso, edema e affaticamento, riuniti sotto l’acronimo Epof – con altre patologie. “ I sintomi dello scompenso cardiaco sono anche quelli di altre malattie, o dell’invecchiamento, osserva il dottor Gellen. Non è come un attacco di cuore, i cui sintomi sono molto specifici. Questa mancanza di specificità spiega la mancanza di screening. » Ma è meglio saperlo perché, rassicura lo specialista, “Molto spesso possiamo controllare i sintomi della malattia e la sua progressione con uno stile di vita sano e farmaci che limitano la mancanza di respiro e alleviano il funzionamento del cuore.”
Giornata di screening per l’insufficienza cardiaca, giovedì 14 novembre, dalle 9:00 alle 16:00, nella sala del centro cardiovascolare dell’Ospedale Universitario di Poitiers.