“Coinvolgere i pazienti nella ricerca sulla depressione non è un imperativo etico, è una risorsa scientifica”

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Astrid Chevance, a Parigi, nel settembre 2023. MARIE-STÉPHANE CATTANEO

Tristezza quasi permanente, perdita di interesse e piacere nelle attività della vita quotidiana, stanchezza, ansia, persino pensieri di morte… La depressione, uno dei disturbi psichiatrici più comuni, colpisce una persona su cinque nel corso della sua vita. In Francia, la prevalenza degli episodi depressivi è in aumento a partire dagli anni 2010, con “un’accelerazione senza precedenti tra il 2017 e il 2021, soprattutto tra i giovani adulti”stima il barometro della salute 2021, pubblicato nel 2023.

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Per comprendere meglio la vita quotidiana con questa malattia, a Una coorte online di pazienti affetti da depressione – o malattia bipolare – è stata creata nel novembre 2023. Fa parte della comunità di ricerca partecipativa ComPaRe, che comprende un totale di 50.000 volontari affetti da varie malattie croniche.

Intervista alla psichiatra e ricercatrice Astrid Chevance, direttrice scientifica di ComPaRe Dépression, direttrice della clinica del Centro di ricerca epidemiologica e statistica (Inserm UMR1153, Università Paris Cité, AP-HP).

Cosa possiamo aspettarci da questo studio sulla depressione?

Permetterà di sviluppare nuovi strumenti clinici per la diagnosi, la prognosi o il trattamento della depressione e della malattia bipolare, sulla base dei bisogni e delle esperienze dei pazienti. Per fare questo raccogliamo informazioni cliniche e sociodemografiche ma ci basiamo anche su storie personali. Ciò può sembrare sorprendente per una patologia così comune, ma in realtà mancano dati longitudinali. Ad esempio, non lo sappiamo qual è il profilo di coloro che hanno una ricaduta.

Una delle particolarità di questa coorte digitale è che è aperta a tutte le persone che pensano di poter essere affette da questa malattia, anche se non hanno ricevuto una diagnosi formale da un medico. Ciò significa che ci interessa anche l’aspetto dell’autodiagnosi: qual è il profilo delle persone che si considerano depresse ma non si consultano, come evolvono nel tempo, ecc.?

La nostra comunità è complementare ad altre coorti in Francia e nel mondo, che comprendono pazienti trattati in centri ospedalieri specializzati.

Nel tempo potremo affidarci a ComPaRe Dépression per condurre studi su temi specifici. I primi due, appena lanciati, riguardano l’annuncio della diagnosi e dell’invalidità causata dalla depressione.

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