Venerdì sera, allo stadio Mosson, i tifosi del Montpellier avevano poche speranze. Dopo una serie di prestazioni deludenti, in particolare contro l’Angers lo scorso fine settimana, concorrente diretto per il mantenimento, l’idea di una discesa in Ligue 2 sembrava già accettata da molti. Eppure, questa partita contro l’AS Monaco ha offerto uno scenario che potrebbe ravvivare la speranza. Magro quanto può essere.
Diciamo la verità: di fronte a una squadra monegasca in lotta per un posto in Champions League, pochi credevano al miracolo. Fin dai primi minuti i Pailladins sembrano destinati a soffrire. Il primo tempo sembra un assedio permanente, con il Monaco che impone il suo ritmo e la sua superiorità tecnica. Ma come la canna che si piega senza rompersi, il Montpellier ha resistito, nonostante il gol subito e le incessanti ondate avversarie.
Nella ripresa si è avvertito un cambio di stato d’animo. Più audaci, più determinati, gli uomini di Jean-Louis Gasset hanno approfittato delle carenze monegasche per invitarsi finalmente alla partita. Mousa Tamari, un vero dinamitardo dalla sua parte, simboleggiava questa rivolta. Il suo tiro offensivo ha permesso prima al Montpellier di pareggiare, poi un’azione ben eseguita ci ha dato il vantaggio nel punteggio. Contro ogni aspettativa, i locali sono riusciti a mantenere questo risultato fino alla fine, infliggendo al Monaco una sconfitta ma soprattutto ai Pailladins una preziosa vittoria.
Questa vittoria, al di là dei tre punti, potrebbe segnare una svolta decisiva per la stagione. Lo sogniamo comunque, in attesa dei risultati di oggi. Ci ricorda che, nonostante i dubbi e le critiche, questa squadra ha ancora le risorse mentali e tecniche per lottare fino alla fine. I più ottimisti forse lo vedranno come un segnale: e se l’MHSC, con coraggio e resilienza, riuscisse a salvare il suo posto in Ligue 1? È una scommessa che pochi accetteranno.
La strada resta lunga e irta di ostacoli, ma venerdì sera Mosson ha ritrovato la speranza. E dovrà poter durare dal prossimo fine settimana con una trasferta a Tolosa.