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Vincent Lindon nei panni di un padre indifeso di fronte alla deriva estremista del figlio

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I registi Muriel e Delphine Coulin hanno realizzato un terzo lungometraggio che mette in discussione gli eccessi dei giovani legati all’estrema destra.

Adattato dal romanzo Quello che ti serve di notte di Laurent Petitmangin (La fabbrica del libro), premio Femina per gli studenti delle scuole superiori 2020, Gioca con il fuoco di Delphine e Muriel Coulin racconta la storia di un padre indigente a causa dell’inesorabile deriva del figlio più giovane verso l’estrema destra. Interpretato da un eccellente trio di attori, il film esce nelle sale il 22 gennaio.

Nell’est della Francia, Pierre (Vincent Lindon), ferroviere cinquantenne, mantiene rapporti fraterni con i colleghi ma non vuole più lasciarsi coinvolgere nelle battaglie sindacali che ha portato avanti nel corso della sua carriera. La sua priorità ora è la sua famiglia. Vedovo, alleva da solo Fus (Benjamin Voisin) e Louis (Stefan Crepon), i suoi due figli ormai adulti. Louis, uno studente serio, sogna di studiare alla Sorbona di Parigi. Fus, senza prospettive, inizia ad associarsi a gruppi estremisti. Pierre e Louis, impotenti, guardano Fus andare alla deriva.

Pierre è sconcertato da questo figlio che si mescola ai nazillons con valori totalmente opposti ai suoi, umanisti, di sinistra, che pensava di aver instillato nei suoi figli. Vincolo, rabbia, comprensione, anche se ha provato di tutto per riportare in sé suo figlio, niente ha funzionato, Fus ha persistito e ha firmato fino alla sua perdita.

Fino a dove si può arrivare per l’amore filiale? Possiamo perdonare l’imperdonabile ai nostri figli? Come possiamo aiutarli quando prendono la strada sbagliata? Dopo aver raccontato la storia di un gruppo di giovani ragazze che decidono di rimanere incinte insieme 17 ragazzenel 2011, poi quello di due donne militari Vedi il paese nel 2016, il terzo film prodotto a quattro mani da Delphine e Muriel Coulin è ancora una volta incentrato sulla nostra società.

I due registi esplorano questa volta la questione della famiglia, dell’educazione, della trasmissione in un contesto di crisi di valori e di destra radicale di una parte della società francese, quella dei margini, dei declassati, degli messi da parte. . Quella di un giovane che si rifugia, in branco, nella violenza e nell’odio verso il prossimo.

I due fratelli, uno promesso un futuro luminoso, l’altro bloccato nei suoi fallimenti, rappresentano questa divisione sociale che attraversa la Francia. Anche il calcio non riesce più a conciliare le forze opposte. E lo stesso Pierre finisce per arrendersi.

Il film è segnato anche dall’assenza quasi totale delle donne. Pierre ha perso la moglie, i suoi figli la madre. Crescono in un ambiente esclusivamente maschile. Stessa musica nei gruppi di estrema destra frequentati da Fus. Le uniche figure femminili presenti nel film incarnano la legge, la regola, o anche la cultura: un giudice, un avvocato, la direttrice della Sorbona. Quando arrivano, è già troppo tardi per Fus. Ciò significa che una precedente presenza femminile avrebbe potuto salvare Fus? Non lo sapremo, ma questa assenza di donne aggiunge radicalità alla narrazione.

In una produzione organica, la macchina da presa rimane il più vicino possibile ai protagonisti, alla loro carne e alle loro emozioni. La rabbia, l’amore, la gioia, la violenza e il dolore dei personaggi sono letteralmente filmati al limite. Immerso in un chiaroscuro che sposta l’immagine dall’ombra alla luce, dalla sottoesposizione dell’interno alla saturazione dell’esterno, sottolinea l’impossibilità per il padre di proteggere i propri figli dalla violenza proveniente dall’esterno.

Il film di Delphine e Muriel Coulin offre ancora una volta a Vincent Lindon l’opportunità di esprimere tutta la potenza della sua tavolozza recitativa. Un ruolo che gli è valso la Coppa Volpi come miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2024. Di fronte a lui Benjamin Voisin incarna con grande forza il giovane Fus alla deriva, che contrasta con la recitazione delicata e vuota di Stefan Crepon nel ruolo di colui che Fus chiama “il figlio perfetto”.

Gettando il loro doppio sguardo femminile sul mondo maschile, le due registe creano un film al tempo stesso intimo e politico, che tocca le grandi questioni del mondo contemporaneo.

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Locandina del film “Playing with Fire”, di Delphine e Muriel Coulin, uscito il 22 gennaio 2025. (ALLA VITA)

Genere: Dramma
Direttori: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Attori: Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crepon
Paga: Francia, Belgio
Durata: 1 ora e 58 minuti
Sortita: 22 gennaio 2025
Distributore: Alla vita
Sinossi : Pierre alleva i suoi due figli da solo. Louis, il più giovane, riesce negli studi e avanza facilmente nella vita. Fus, il maggiore, si allontana. Affascinato dalla violenza e dagli equilibri di potere, si avvicinò ai gruppi di estrema destra, opposti ai valori di suo padre. Pierre assiste impotente all’influenza di queste associazioni su suo figlio. A poco a poco, l’amore lascia il posto all’incomprensione…

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