Il video circolato sui social media in cui un lavoratore di Settat insulta il direttore regionale del Ministero dell’Istruzione Nazionale, dell’Istruzione Primaria e dello Sport in un incontro ufficiale ha suscitato un’ondata di rabbia e denuncia, con la richiesta che il Primo Ministro intervenga e garantisca che tale comportamento , che ricorda gli Anni di Piombo, non si sarebbe ripetuto.
Insieme a decine di attivisti sui social media, l’Organizzazione di Solidarietà dell’Università Marocchina ha denunciato questo insulto e ha affermato la sua assoluta solidarietà al direttore regionale.
Nel suo rapporto, l’organizzazione ha denunciato il rimprovero e l’insulto del lavoratore di Settat al direttore regionale per il presunto ritardo nella conclusione degli accordi sugli stadi, utilizzando il metodo dell’intimidazione e dell’intimidazione, e parole che, per non dire altro, non hanno alcuna relazione all’aspetto educativo e morale che tiene conto del galateo del dialogo, della comunicazione, del tatto e della decenza tra rappresentanti dell’autorità e cittadini, qualunque essi siano. I loro doveri e gradi violavano la sua autorità, i suoi poteri e i suoi principi amministrativi.
L’organizzazione ha confermato che il comportamento del lavoratore costituisce una palese violazione del nuovo concetto di autorità e delle procedure amministrative vigenti, poiché l’articolo 145 della Costituzione prevede che “i governatori delle regioni e i lavoratori delle regioni, sotto l’autorità delle ministri competenti, coordinare le attività dei dipartimenti decentrati e garantirne il buon funzionamento”, e questo è ciò che significa che il lavoratore non è un guardiano del settore nazionale dell’istruzione, dell’istruzione primaria e dello sport, ma ha solo l’autorità di controllo.
La stessa fonte ha sottolineato che gran parte della responsabilità del ritardo nel completamento degli stadi locali spetta ai lavoratori della provincia di Settat perché non sono stati indicati nelle decisioni di collocare la base immobiliare proposta dalle comunità territoriali al disposizione della Direzione regionale del Ministero di Settat, e il direttore regionale non è responsabile del ritardo, sia esso di otto o sei anni. Come affermato dal lavoratore, perché questo periodo non riguarda il direttore regionale.
L’organizzazione ha ritenuto che quanto accaduto al direttore regionale, “noto per la sua integrità, rettitudine e pulizia”, sia stato un insulto al sistema educativo e ai suoi affiliati, e ha denunciato e denunciato questo comportamento irresponsabile che ci riporta a le epoche passate che ricordano il tempo delle pallottole e il controllo della madre dei ministeri in un insieme di settori, tra cui l’istruzione.
La comunicazione condanna queste azioni che sminuiscono la dignità del funzionario e, attraverso di lui, della famiglia educativa e il suo status giuridico nella società, e ritiene che l’insulto leda la dignità dell’intera famiglia educativa.
L’organizzazione ha chiesto la rimozione del grave danno morale che ha subito il direttore regionale e l’organismo educativo nel suo insieme. Ha inoltre chiesto l’intervento del Primo Ministro e del Ministro dell’Istruzione Nazionale, dell’Istruzione Primaria e dello Sport affinché adottino le misure necessarie affinché tale comportamento non si ripeta in futuro.
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