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Multa da 50 milioni di euro per pubblicità non autorizzata

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Inserti pubblicitari che sembrano email. Assimilati all'invio di pubblicità senza consenso, gli annunci del servizio di messaggistica di Orange sono valsi martedì all'azienda una pesante multa da parte della CNIL. Il Garante per la privacy, responsabile anche per l'utilizzo dei dati personali nella pubblicità, ha annunciato di aver multato l'operatore di 50 milioni di euro.

“Il fornitore di servizi Internet e il fornitore di servizi di messaggistica Orange hanno utilizzato il suo servizio di messaggistica per inserire annunci pubblicitari tra le e-mail”, che a loro volta assumevano l'aspetto di e-mail, spiega Louis Dutheillet de Lamothe, segretario generale della Commissione nazionale per l'informatica e le libertà.

Un “avvertimento” verso gli altri operatori

L'autorità francese ha stabilito che il mancato consenso a ricevere pubblicità violava gli obblighi previsti dal Codice delle comunicazioni postali ed elettroniche. Al tempo stesso, ha dedotto che tale violazione potesse essere sanzionata alla stregua dell'invio di pubblicità tradizionale. La decisione dovrebbe fungere anche da “avvertimento” per gli altri operatori, ha sottolineato Dutheillet de Lamothe.

La decisione nei confronti di Orange è stata presa tenendo conto del numero di utenti interessati: secondo la CNIL, più di 7,8 milioni di utenti hanno visto annunci pubblicitari indesiderati visualizzati nella loro casella di posta. L'autorità di vigilanza ha inoltre evidenziato l'esistenza di un “vantaggio economico”, non precisato, per la società.

La multa tiene conto anche delle modifiche apportate da Orange: dal novembre 2023, il suo servizio di messaggistica ha modificato la visualizzazione degli annunci pubblicitari con un nuovo formato che “permette ora di distinguere chiaramente gli annunci pubblicitari dalle vere e-mail”, rileva la CNIL. operatore

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Il Garante ha inoltre riportato un'informativa formale da parte della società in merito alla gestione dei cookie di terze parti tramite il servizio di messaggistica. La CNIL ha scoperto che i cookies, questi marcatori che consentono alle aziende di seguire il percorso di un internauta sul web, venivano comunque inviati al servizio di messaggistica di Orange dopo la revoca del consenso dell'utente. Una pratica contraria alla legge sulla protezione dei dati.

L'azienda ha tre mesi di tempo per adeguarsi e verrà multata di 100.000 euro per ogni giorno di ritardo.

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