“Le spie del terrore” alle 21:10, su M 6. Il conto alla rovescia è agghiacciante. Il 13 novembre 2015, nel centro penitenziario di Fleury-Mérogis, una guardia ha riferito che “nella sezione barbuta, molti di loro hanno richiesto un abbonamento televisivo”. “Lampeggia in tutte le direzioni da settimane”, conferma un agente della sicurezza interna. Quando quella sera i telefoni di Lucie, Malika, Alex e gli altri cominciano a squillare, ci viene da piangere. I jihadisti hanno appena colpito il cuore di Parigi. Guidato da un cast convincente, questo thriller di spionaggio, sconsigliato ai bambini sotto i 10 anni, ci immerge nel cuore dei servizi segreti francesi, dove uomini e donne devono trasformare il loro senso di impotenza e la loro rabbia nella rabbia per vincere.
Molto documentato, questo avvincente intrigo in quattro episodi è ispirato al libro omonimo di Matthieu Suc (di cui HarperCollins ha appena pubblicato una versione aggiornata), giornalista di Mediapart che ha partecipato alla stesura della serie. Dal poliziotto della sezione territoriale di Lille, che difende il suo informatore nonostante la paranoia ambientale (Vincent Elbaz), all'esperto analista di sicurezza esterna (formidabile Rachida Brakni), passando per una coppia di agenti dell'antiterrorismo (Fleur Geffrier e Pierre Perrier ), seguiamo da più di un anno questi eroi anonimi determinati a identificare e inabilitare i responsabili degli attacchi per impedire loro di colpire nuovi, spesso a sacrificio della loro vita privata.
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