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Papa Francesco: Le Beatitudini sono “la carta d’identità del cristiano” e la via verso la santità

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Di David Ramos

1 novembre 2024

1 novembre 2024

Papa Francesco ha assicurato che le Beatitudini – raccolte nel Vangelo di oggi, Matteo 5, 1-12– sono la “carta d’identità del cristiano”, nonché “la via verso la santità”.

Presiedendo la recita dell’Angelus di questo 1° novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la solennità di Tutti i Santi, il Papa ha sottolineato che nel Vangelo di oggi «Gesù ci mostra una strada, la strada dell’amore, che Egli stesso ha percorso. innanzitutto facendoci uomo, e questo per noi è allo stesso tempo un dono di Dio e la nostra risposta. Dono e risposta.

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La santità, ha sottolineato il Papa, «è un dono di Dio, perché, come dice san Paolo, è Lui che santifica», quindi «è soprattutto al Signore che chiediamo di santificarci, di rendere i nostri cuori come il suo. “.

“Con la sua grazia egli ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama, affinché in noi, come diceva il beato Carlo Acutis, ci sia sempre ‘meno di me per lasciare spazio a Dio’”.

Dio non impone la santità: attende la nostra risposta

Papa Francesco ha poi sottolineato che Dio «ci offre la sua santità, ma non ce la impone. Lo semina in noi, ce lo fa assaggiare e vedere la sua bellezza, ma poi aspetta la nostra risposta”.

«Egli ci permette di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere nei suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti, ponendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e diretta a tutti, al mondo intero”.

Il Pontefice ha sottolineato che «tutto questo» si manifesta «nella vita dei santi, anche nel nostro tempo», e ha ricordato le testimonianze di san Massimiliano Kolbe, di santa Madre Teresa di Calcutta e del vescovo Óscar Arnulfo Romero.

Riguardo al primo, ha sottolineato che “ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre condannato a morte”, mentre riguardo alla fondatrice delle Missionarie della Carità ha sottolineato che “ella ha speso la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri”.

Nel caso del martire arcivescovo di San Salvador (El Salvador), il Papa ha sottolineato che egli è stato «ucciso sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti».

«Così possiamo fare un elenco di tanti santi, tanti: quelli che veneriamo sugli altari e altri, che mi piace chiamare i santi ‘della porta accanto’, quelli di tutti i giorni, quelli nascosti, quelli che guidano la loro vita cristiana vita di tutti i giorni», ha detto, esclamando poi: «quanta santità nascosta c’è nella Chiesa!».

“Riconosciamo tanti fratelli e sorelle modellati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, artefici di pace. Sono persone “piene di Dio”, incapaci di rimanere indifferenti ai bisogni del prossimo; Sono testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi”, ha affermato.

Preghiere per le vittime del DANA a Valencia

Nelle parole dopo la recita dell’Angelus, il Santo Padre ha espresso la sua vicinanza alle vittime della Depressione Isolata ad Alti Livelli (DANA), che ha provocato gravi inondazioni in Spagna, soprattutto nella provincia di Valencia, e ha provocato almeno 202 morti. .

“Preghiamo per le località della Penisola Iberica, in particolare per la Comunità Valenciana, travolte dalla tempesta “DANA”: per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie colpite. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta aiuto. Le nostre condoglianze al popolo valenciano”, ha espresso il Papa.

Il Santo Padre ha inoltre espresso la sua preoccupazione per il recente grave attentato terroristico avvenuto in Ciad, nell’Africa centrale, nel quale sono morti 40 soldati, nonché per le persone colpite dalle inondazioni che il Paese ha subito negli ultimi mesi, che hanno provocato migliaia di sfollati. .

Guerra, “il trionfo della menzogna”

Il Papa ha ribadito l’invito alla preghiera per “l’Ucraina martire” e “per la Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e per tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre”.

“Fratelli e sorelle, la guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è spregevole, perché è il trionfo della menzogna, della menzogna: si cerca il massimo interesse per sé e il maggior danno per l’avversario, calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato da menzogne”, ha denunciato. “E gli innocenti soffrono! Penso alle 153 donne e bambini massacrati a Gaza negli ultimi giorni”.

L’Eucaristia, “la preghiera più grande ed efficace” per i defunti

Il Pontefice ha anche ricordato che questo 2 novembre «sarà la commemorazione annuale di tutti i fedeli defunti», sottolineando che alcuni «pregheranno sulla tomba dei loro cari».

«Andrò anche domani mattina a celebrare la Messa nel cimitero Laurenziano di Roma. Non dimentichiamolo: l’Eucaristia è la preghiera più grande ed efficace per le anime dei defunti”, ha sottolineato.

Il testo integrale delle parole di Papa Francesco nella preghiera dell’Angelus, pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buone vacanze!

Oggi, solennità di Tutti i Santi, nel Vangelo (cfr Mt 5,1-12) Gesù proclama la carta d’identità del cristiano. E qual è la carta d’identità di un cristiano? Le Beatitudini. È la nostra carta d’identità, e anche la via verso la santità (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 63). Gesù ci indica una strada, la strada dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è allo stesso tempo dono di Dio e nostra risposta. Dono e risposta.

È un dono di Dio, perché, come dice san Paolo, è Lui che santifica (cfr 1 Cor 6,11). Ed ecco perché è soprattutto al Signore che chiediamo di santificarci, di rendere il nostro cuore simile al suo (cfr Lettera enciclica Dilexit nos, 168). Con la sua grazia Egli ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama (cfr Gv 13,34), affinché in noi, come diceva il beato Carlo Acutis, ci sia sempre «meno di me per lasciare spazio per Dio”.

E questo ci porta al secondo punto: la nostra risposta. Il Padre celeste, infatti, ci offre la sua santità, ma non ce la impone. Piantarlo in noi ce lo fa assaporare e vedere la sua bellezza, ma poi attende la nostra risposta. Egli ci permette di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere nei suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti (cfr Dilexit nos, 179), ponendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con uno sguardo carità sempre più universale, aperta e diretta a tutti, al mondo intero.

Tutto questo lo vediamo nella vita dei santi, anche nel nostro tempo. Pensiamo, ad esempio, a san Massimiliano Kolbe, che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre condannato a morte; o in Santa Teresa di Calcutta, che spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri; o nel vescovo Sant’Óscar Romero, assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti. E allora possiamo fare un elenco di tanti santi, tanti: quelli che veneriamo sugli altari e altri, che mi piace chiamare i santi “della porta accanto”, quelli di tutti i giorni, quelli nascosti, quelli che conducono la loro vita cristiana . ogni giorno. Fratelli e sorelle, quanta santità nascosta c’è nella Chiesa! Riconosciamo tanti fratelli e sorelle modellati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, artefici di pace. Sono persone “piene di Dio”, incapaci di rimanere indifferenti ai bisogni del prossimo; Sono testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi.

Chiediamoci ora: chiedo a Dio, nella preghiera, il dono di una vita santa? Mi lascio guidare dagli impulsi buoni che il suo Spirito risveglia in me? E mi impegno personalmente a praticare le Beatitudini del Vangelo negli ambienti in cui vivo?

Maria, Regina di tutti i Santi, ci aiuti a fare della nostra vita un cammino di santità.

Dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle

Esprimo la mia vicinanza alla popolazione del Ciad, in particolare alle famiglie delle vittime del grave attentato terroristico di alcuni giorni fa, nonché alle persone colpite dalle inondazioni. E riguardo a queste catastrofi ambientali, preghiamo per gli abitanti della Penisola Iberica, in particolare per la Comunità Valenciana, travolti dalla tempesta “DANA”: per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie colpite. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta aiuto. Le nostre condoglianze al popolo valenciano.

Saluto con affetto tutti voi, pellegrini provenienti da diversi Paesi, famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e scolaresche. In particolare ai fedeli di Rignac (Francia).

E saluto i partecipanti alla “Corsa dei Santi”, organizzata dalla Fondazione Don Bosco Missioni. Cari amici, anche quest’anno ci viene ricordato che la vita cristiana è una corsa, ma non come corre il mondo, no! È la corsa di un cuore che ama. E grazie per il vostro sostegno alla costruzione di un centro sportivo in Ucraina.

Preghiamo per l’Ucraina martire, preghiamo per la Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e per tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre. Fratelli e sorelle, la guerra è sempre una sconfitta, sempre! Ed è spregevole, perché è il trionfo della menzogna, della menzogna: si cerca il massimo interesse per sé e il maggior danno per l’avversario, calpestando vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato da bugie. E gli innocenti soffrono! Penso alle 153 donne e bambini massacrati a Gaza negli ultimi giorni.

Domani ci sarà la commemorazione annuale di tutti i fedeli defunti. Chi può in questi giorni va a pregare sulle tombe dei propri cari. Domani mattina andrò anche a celebrare la Messa al Cimitero Laurenziano di Roma. Non dimentichiamolo: l’Eucaristia è la preghiera più grande ed efficace per le anime dei defunti.

Auguro a tutti buone feste in compagnia dei santi. Vi saluto tutti, saluto i ragazzi dell’Immaculada che sono bravi! E per favore, non dimenticarti di pregare per me. Buona festa! Buon pranzo e a più tardi.

Davide Ramos
Laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Universidad Privada del Norte a Trujillo, Perù. Con più di 12 anni di esperienza nel giornalismo cattolico presso ACI Prensa, vivo in Messico dal 2018. Ho seguito i viaggi di Papa Francesco in Ecuador, Paraguay, Messico, Colombia, Cile, Perù e Panama.

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