L’elemento sorpresa potrebbe essere assente, ma l’annuncio costituisce comunque un test per l’azione per il clima. Il primo giorno del suo ritorno al potere, lunedì 20 gennaio, Donald Trump ha firmato un decreto e una lettera alle Nazioni Unite con l’intenzione di ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi.
Il presidente americano, uno scettico sul clima che descrive il riscaldamento globale come: ” scherzo “volta le spalle al resto del mondo per la seconda volta nella lotta contro la crisi climatica, nonostante la moltiplicazione dei suoi impatti, come gli incendi che hanno devastato Los Angeles. Il repubblicano aveva già ritirato gli Stati Uniti dal trattato internazionale durante il suo primo mandato, prima che il democratico Joe Biden registrasse il loro ritorno nel 2021. Il nuovo ritiro, però, non è ancora effettivo: avverrà solo tra un anno, secondo le norme procedurali del testo multilaterale siglato nel 2015.
Questa partenza, se non riuscirà a fermare una transizione ecologica che è diventata essenziale, dovrebbe compromettere gli obiettivi climatici del Paese ma anche rallentare la lotta globale contro il riscaldamento globale. Gli Stati Uniti sono infatti il secondo maggiore emettitore di gas serra al mondo, dietro alla Cina, il più grande inquinatore storico e il più grande produttore di petrolio.
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