Visti dagli Stati Uniti, i protagonisti della cerimonia di inaugurazione saranno senza dubbio il gruppo Village People e la loro canzone YMCAun ritornello dalle riunioni del candidato alla presidenza. Probabilmente anche i miliardari digitali Elon Musk (Tesla), Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Meta) e Tim Cook (Apple).
Ma vista dall’Europa, è Giorgia Meloni a catturare l’attenzione: il presidente del Consiglio dei ministri italiano è stato invitato personalmente, rompendo con una tradizione che limita le rappresentanze straniere agli ambasciatori. Unico leader europeo in carica presente a Capitol Hill, è “una donna fantastica che ha conquistato l’Europa”, secondo Donald Trump, che l’ha ricevuta all’inizio di gennaio nella sua residenza di Mar-a-Lago. Una donna strettamente legata a Elon Musk, che mostra l’ambizione di essere il punto di passaggio tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Come spera anche il primo ministro ungherese Viktor Orban, che dal canto suo ha declinato l’invito.
Musk, l’agente elettorale
Questi due nomi riassumono le preferenze trumpiane: di destra, di estrema destra, nazionalista e anti-Bruxelles. È il caso dell’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, e del probabile futuro cancelliere austriaco Herbert Kickl, invitati ma rimasti a Vienna per formare il suo governo e delegare un deputato del suo partito.
Ma anche dal presidente dell’Alternativa für Deutschland (AFD), Tino Chrupalla, convinto che “questa presidenza (Trump) cambierà il mondo per sempre” – e desideroso di ringraziare Elon Musk che, a un mese dalle elezioni, continua a promuovere questo partito di estrema destra. Troveranno a Washington altre figure dell’“internazionale reazionaria” denunciate da Emmanuel Macron, come il presidente argentino Javier Milei, o il leader britannico Nigel Farage – altro protetto di Elon Musk.
Prima anche la Francia
La Francia sarà ben rappresentata, secondo gli stessi criteri. La deputata europea Marion Maréchal, che intende “importare in Francia il modello di coalizione di destra”, e la coppia di Reconquête! Eric Zemmour e Sarah Knafo. Questo si vanta nel JDD “il vento di libertà (che) soffia sull’Occidente”, e una convergenza ideologica: “la difesa dell’identità, la protezione dei nostri confini, la fine della propaganda nelle scuole […] e la riabilitazione dell’arricchimento”.
E il Raduno Nazionale? Sarà rappresentato in Campidoglio da Louis Aliot, Julien Sanchez e Alexandre Sabatout. Ma se Marine Le Pen è rimasta molto discreta riguardo al suo mancato invito, il presidente della RN Jordan Bardella ha illustrato le sfumature dell’estrema destra di fronte a Trump. Ha sottolineato i rischi per la Francia dell’“America first”, in particolare per “i nostri agricoltori e i nostri viticoltori” minacciati dai dazi doganali, e ha scherzato: “Abbiamo l’impressione che sia Walt Disney e che sia la corsa a scatta una foto davanti a Donald Trump durante il suo discorso di insediamento. »
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