Con le nuove regole, le società che gestiscono carte di credito e gli istituti di pagamento saranno tenuti a notificare alle Entrate le transazioni per un totale superiore a R$ 5.000 nel caso di privati. Il limite per le persone giuridiche è di R$15.000 al mese.
La nuova regola è stata pubblicata dall’agenzia nel settembre dello scorso anno ed è entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, l’intento del provvedimento è quello di aumentare il controllo sulle operazioni finanziarie e facilitare la vigilanza contro l’evasione e l’evasione fiscale.
Prima della nuova norma le informazioni venivano già fornite all’Agenzia delle entrate federale dalle banche tradizionali, pubbliche e private. Ora anche gli operatori degli e dagli istituti di pagamento saranno tenuti a fornire questi dati
La nuova regola stabilisce che le aziende devono trasmettere informazioni se la somma mensile degli importi trasferiti sul conto è superiore a R$ 5.000.
In altre parole, non verranno monitorate solo le foto da R$5.000. Se una persona effettua diversi trasferimenti minori che superano tale importo, le informazioni verranno trasmesse anche a lei.
Verranno monitorate anche le operazioni effettuate tra conti appartenenti allo stesso intestatario.
L’Agenzia delle Entrate federale ha già accesso a informazioni fondamentali sui cittadini, come nome, indirizzo, numero di registrazione nel registro dei contribuenti individuali (CPF), registro nazionale delle persone giuridiche (CNPJ) e numeri di conto bancario.
In una nota, l’organismo ha chiarito che, con le informazioni fornite dalle società, non esiste “nessun elemento che consenta di identificare l’origine o la natura delle spese sostenute”. Secondo l’IRS, le nuove regole sono “nell’assoluto rispetto delle norme legali sul segreto bancario e fiscale”.
No, la regola si applica a qualsiasi tipo di movimento finanziario, sia esso TED, DOC, Pix, prelievo o deposito di denaro.
No. Martedì scorso, l’IRS ha ribadito che le misure non creano un nuovo onere fiscale o tasse sull’uso di Pix.
Non necessariamente. L’Agenzia delle Entrate riceverà le informazioni e le incrocerà con i dati riportati dai contribuenti nell’imposta sul reddito e, sulla base di una serie di fattori, deciderà se la persona rientrerà nella rete sottile o meno.