« Non combatterò per difendere lo spirito di Charlie che è uno spirito anarco-trotskista che dissolve perfettamente la moralità politica. » Così ha reagito il mentore dell’estrema destra francese, Jean-Marie Le Pen, dieci anni prima della sua morte, questo martedì 7 gennaio, ai crimini commessi dai terroristi islamici contro la redazione di Charlie Hebdo.
È morto ed è senza dubbio un sollievo per tutti i suoi eredi politici così come per coloro che, almeno per un decennio, hanno finito per banalizzare il suo discorso. Ora possono sfruttare la morte di giornalisti satirici, laici e antifascisti, senza temere che il vecchio torturatore, l’unificatore della destra più reazionaria, commetta errori. E non si sono tirati indietro.
Quando Bardella intende “tutelare” e “assicurare” il diritto alla caricatura
Così, poco prima di salutare la memoria del fondatore del partito di cui è presidente, vedendo in lui un uomo che “ha sempre servito la Francia, difendendone l’identità e la sovranità”Jordan Bardella, ha postato un messaggio sul social network di proprietà di Elon Musk, dichiarando: “La libertà di espressione, il diritto alla caricatura, “la voglia di ridere”, sono ancora oggi minacciati dal terrore: è nostro dovere tutelarli e mantenerli in vita. »
Non è sicuro, però, che al funerale del padre del suo candidato preferito alle prossime elezioni presidenziali, il leader del partito Lepéniste inviti i suoi attivisti a brandire le opere evocative dei defunti realizzate dai vignettisti massacrati…
L’editoriale del mensile di estrema destra l’Errore è un’altra bella illustrazione dei giochi di prestigio retorici impiegati, in questo decimo anniversario, dagli eredi dell’uomo con un occhio solo. Il suo autore è riuscito comunque a coniugare, in poche righe, antirepubblicanesimo, islamofobia e omaggio all’Islam Charlie.
“Per le strade c’erano cartelli con scritto ‘Je suis Charlie’, Marsigliese non molto Charlie volò nel cielo triste e una cacca di piccione sulla spalla di François Hollande, scherza senza pudore. Senza rancore, Notre-Dame, ancora nel suo succo, suonò la campana a morto per Charb, Cabu, Maris, Tignous, Wolinski e tutti gli altri. La Francia si è opposta ai combattenti dell’Islam, ancora ignara di aver già perso. Lo siamo Charlie ? SÌ. (…) Che ci piaccia o no, Charlie è un pezzo della nostra identità. » Per coloro che condividevano i valori e le lotte dei fumettisti assassinati, queste righe risuonano come un pericoloso insulto commemorativo.
Retailleau impegnato in a “battaglia contro il totalitarismo islamico”
Se l’indecenza fosse rimasta nel campo degli eredi diretti del vecchio Le Pen, in definitiva non ci sarebbe stato nulla di sorprendente nell’ignominia. Ma a capo dello Stato, in definitiva, è la stessa logica che ha animato i vertici dell’esecutivo il 7 gennaio.
Bruno Retailleau non ha quindi esitato a sfruttare questa giornata di commemorazione anche per difendere la sua visione islamofobica delle politiche da attuare. Sollevando lo spettro di a “minaccia terroristica” chi non lo avrebbe fatto “mai stato così presente” che oggi il ministro dell’Interno ha dichiarato di essere impegnato in a “battaglia contro il totalitarismo islamico” in nome del quale sarebbe opportuno vietare l’uso del velo alle mamme che accompagnano le gite scolastiche e agli studenti delle università francesi, poiché ciò sarebbe, secondo lui, un “standard dell’islamismo. » Nelle rispettive bare, non c’è alcun vero motivo per chiedersi chi, Charb o Le Pen, si volta o applaude tali dichiarazioni…
Anche il solitario Emmanuel Macron ha trovato qualcosa di cui parlare in occasione di questa giornata, presentando il suo progetto per un museo commemorativo del terrorismo. La sua creazione, costata 95 milioni di euro, è stata interrotta nel dicembre 2024 per motivi di “tagli al bilancio”. Giove infine desidera riprogrammarlo, senza modificare, peraltro, il luogo di costruzione, previsto sul monte Valérien, dedicato alla memoria della resistenza al nazismo. Un mix scioccante di generi…
In fin dei conti, alla guida del movimento lepenista come a quello dello Stato, in questo triste anniversario, avremo finalmente giocato su tutte le fusioni con il solo obiettivo delle ambizioni politiche dell’uno e dell’altro… Lontano dallo spirito che ne ha animato la scrittura Charlie Hebdo fino all’ignobile irruzione di folli sanguinari che la decimarono.
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