dieci anni dopo Charlie, i disegni inediti di Joann Sfar – L’Express

dieci anni dopo Charlie, i disegni inediti di Joann Sfar – L’Express
dieci anni dopo Charlie, i disegni inediti di Joann Sfar – L’Express
-

Marzo 2007: la stesura di Charlie Hebdo mi suggerisce di seguire il processo delle caricature e di scriverci un libro, Impiegato. Il ricordo più eclatante delle udienze non è la testimonianza umanista della difesa, ma una frase dell’avvocato della Lega mondiale islamica. In una frase, e con la migliore volontà del mondo, rivela un divario che lo separa dalle tradizioni repubblicane in termini di libertà di espressione.

“Quando si prende in giro la religione la cosa è grave… come se si prendesse in giro Jacques Chirac o un altro presidente francese.”

LEGGI ANCHE: Attacco a Charlie Hebdo: hanno ucciso Cabu e ho perso la voce, di Abnousse Shalmani

In sala ridiamo, ci guardiamo e siamo certi che non riusciremo a capirci. Il 2 novembre 2011, i locali di Charlie Hebdo vengono completamente distrutti da una bomba molotov. Le reazioni di sostegno al giornale sono timide. Peggio ancora, personaggi pubblici firmano una petizione in cui si afferma: “Non c’è motivo di dispiacersi per i giornalisti di Charlie Hebdo !”

Il 7 gennaio 2015 è avvenuta una strage nei locali di Charlie Hebdopoi in un supermercato Hyper Cacher. L’11 gennaio 1,5 milioni di persone sono scese in piazza a sostegno del giornale. Ecco un’immagine dell’interno del pullman che trasporta la redazione del giornale.

Su questi eventi ho realizzato un secondo album Se Dio esiste per esprimere la disperazione di un mondo in cui trionfano i censori. Dieci anni dopo, la vittoria dei fanatici è completa. Non passa settimana senza che fumettisti, insegnanti, medici vengano aggrediti o minacciati in nome della blasfemia. Il processo contro gli assassini di Samuel Paty si conclude nell’agghiacciante indifferenza dell’opinione pubblica. Ho scritto: “Se Dio esiste, non mi ucciderà per un disegno”, ma Dio non c’entra. Ciò che ci colpisce in faccia ogni giorno è la nostra codardia collettiva.

© / Joann Sfar

Siamo entrati in un mondo in cui quando uno scrittore viene imprigionato in Algeria per le sue idee, la televisione pubblica francese consegna il suo microfono a persone che lo sopraffanno e lasciano intendere che lo stesse cercando. Il cambiamento in dieci anni? Nessuno si aspetta più un’impennata repubblicana.

Francia

-

PREV Bacca riflette sulla gloria della Supercoppa, si prepara allo scontro con la Juve e condivide un pensiero sul Milan
NEXT Dopo un 2024 difficile, Michael van Gerwen sembra rinascere ai Mondiali di freccette: “Il re è tornato”