MANUTENZIONE IMPORTANTE – Dieci anni dopo il doppio choc del Charlie e Hyper Cacher, il filosofo e accademico vede nell’attuale esplosione di antisemitismo un declino della ferma emozione che allora si impadronì della Francia.
IL FIGARO. – Dieci anni fa oggi, il 7 Gennaio 2015, la Francia è stata piange l’uccisione di Charlie Hebdo , poi, l’8 Gennaio, con l’uccisione di una poliziotta, e infine, il 9, dall’attacco Hyper Cacher. Lo slogan « Sono Charlie » poi nasce spontaneamente. Eri tu Charlie al momento ? Cosa ha significato per te questo slogan? ?
ALAIN FINKIELKRAUT. – Come la grande maggioranza dei francesi, sono stato toccato nel profondo dall’assassinio di giornalisti e vignettisti. Charlie Hebdo. Quindi ero “Charlie” senza la minima riluttanza. Ma non solo. « Sono Charlie, poliziotto, ebreo, lo sono la Repubblica », Agli innumerevoli manifestanti ho detto: ci opponevamo alla violenza omicida dell’Islam radicale.
Questa unanimità era tanto bella quanto fragile. Quattro mesi dopo l’attacco è apparso il libro di Emmanuel Todd Chi è Charlie ?. Si legge questo: « Bestemmiare ripetutamente Maometto, figura centrale di un gruppo debole e discriminato, dovrebbe essere, qualunque cosa dicano i tribunali, qualificato come incitamento all’odio religioso, etnico o razziale. » O anche questo: « Milioni di francesi sono scesi in piazza per definire come esigenza prioritaria della loro società il diritto di sputare sulla religione dei deboli. » Questo libro è stato scelto per essere sulla copertina Nuovo osservatore. Per un attimo sconcertato, l’antirazzismo ideologico ha ripreso molto rapidamente slancio.
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