Come ti senti mentre ci avviciniamo ai dieci anni dall’attacco terroristico? Charlie Hebdo ?
Certo, lo temiamo perché è sempre doloroso arrivare alla data del 7 gennaio. Ma allo stesso tempo, trovo che dieci anni dopo ci siano molte cose positive. Giusto per vedere come reagiscono oggi gli studenti delle scuole superiori. Devi quasi spiegare loro di nuovo cosa è successo. Dieci anni dopo non fa più notizia. È diventato un evento storico. E penso che sia così che dovremmo parlarne. Le generazioni che arriveranno non lo avranno saputo [le 7 janvier 2015] e penso che sia importante che ne conoscano l’esistenza e il significato. Siamo più spinti dalla speranza che dal pessimismo.
gabbianoDieci anni dopo, [l’attentat contre Charlie Hebdo] è diventato un evento storico.
Perché è importante per te produrre questo numero speciale “10 anni” con gli studenti delle scuole superiori?
Il lavoro di trasmissione è importante per noi perché, a quell’età, non sappiamo veramente cosa siamo capaci di fare. Vorremmo dire tante cose ma non sappiamo come esprimerle. Non dovrebbero aver paura di disegnare o dire quello che pensano. Quindi bisogna dare loro un po’ di fiducia affinché osino. E andare da loro è un modo per dirgli che hanno il diritto di farlo e che non devono avere paura. E poi, per noi, è anche aiutarli a scoprire che, contrariamente a quanto molti pensano, Charlie Hebdonon sono solo caricature. È anche un giornale dove ci sono reportage, inchieste, dove c’è lavoro giornalistico. Non puoi fare un disegno satirico se non ci sono informazioni a fianco. Non puoi fare una caricatura bene se non sei informato. Entrambi sono essenziali per creare un diario simile Charlie Hebdo.
Dieci anni dopo, Charlie Hebdo commemora il primo attentato in un anno buio per la Francia
gabbianoNon puoi fare un disegno satirico se non ci sono informazioni a fianco.
In che misura pensi che gli studenti delle scuole superiori abbiano colto lo “spirito di Charlie”?
Ciò che hanno scritto era abbastanza maturo. Non era affatto ingenuo. Hanno una mente critica. E, ovviamente, a loro piace disegnare. Sono interessati a vedere come procediamo per tradurre un’idea in forma grafica. Dieci anni dopo [les attentats]è confortante vedere che il gusto per il journaling e il disegno è ancora presente tra le nuove generazioni, contrariamente a quanto alcuni dicono. Gli studenti delle scuole superiori hanno ispirazione, vogliono dire cose. Forse il disegno permette loro di trascendere la dimensione inquietante di certi soggetti.
gabbianoMagari disegna […] ci permette di trascendere la dimensione preoccupante di certi argomenti.