Basta sfogliare brevemente i siti della stampa locale per rendersene conto: diversi ospedali in Francia, in diverse regioni, hanno attivato il loro piano bianco. Diversi ospedali del Var, l’ospedale di Nantes (Loira Atlantica), quello di Abbeville (Nord), quello di Lons-le-Saunier (Giura) e quello di Noyal-Pontivy (Morbihan) hanno così avviato il Piano Bianco. Sarebbero così sono almeno 19 gli ospedali francesi ad aver attivato il Piano Bianco in questi giorni secondo i nostri colleghi di BFMTV.
Va detto che quest’anno l’epidemia influenzale è partita forte ed è in pieno svolgimento, mentre la vaccinazione non ha avuto molto successo, tutt’altro. Risultato: servizi ospedalieri occupati se non saturi.
Ogni struttura sanitaria è quindi dotata di un sistema di crisi, chiamato piano bianco, che permette di mobilitare più risorse per far fronte a una situazione sanitaria eccezionale. Su iniziativa del direttore o del capo dell’istituto, che informa il rappresentante statale del dipartimento interessato, il piano bianco prevede su più livelli, da adattare in base alla situazione sanitaria:
Concretamente, misure come la deprogrammazione delle cure cosiddette “non urgenti”.il trasferimento dei pazienti, la mobilitazione del personale volontario a riposo, l’istituzione diun’unità di crisioppure è possibile procedere all’aggiunta di letti aggiuntivi a seconda della situazione sanitaria. In altre parole, situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali.
Il piano bianco è stato così decretato nella maggior parte degli ospedali all’inizio della pandemia di Covid-19, ma anche a Parigi durante gli attentati del 13 novembre 2015.
Al microfono di BFMTV, il sindacalista Jérémy Beurel, vicesegretario FO dell’ospedale universitario di Nantes, ritiene che l’epidemia di influenza, particolarmente virulenta quest’anno, non spieghi tutto. “Possiamo parlare dell’epidemia di influenza, ma possiamo soprattutto menzionare il fatto che, da anni abbiamo sempre meno posti letto negli ospedali, sempre meno personale, e che di conseguenza, appena abbiamo un picco di presenze, non riusciamo più ad assorbirlo adeguatamente, a differenza di qualche anno fa“, ha detto.
Ricordiamo che il campagna di vaccinazione contro l’influenza stagionale, iniziata lo scorso ottobre, terminerà il 31 gennaio. È quindi ancora possibile vaccinarsi, soprattutto perché l’epidemia a volte si prolunga fino alla primavera.