Gerhard Pfister si dimette dalla carica di leader del partito

Gerhard Pfister si dimette dalla carica di leader del partito
Gerhard Pfister si dimette dalla carica di leader del partito
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Pfister ha guidato saldamente il partito negli ultimi anni e ha avuto una forte influenza su di esso. Ora serve una nuova gestione a giugno. Lascia aperta la questione se Pfister voglia diventare consigliere federale.

Si dimette: il presidente del partito di centro Gerhard Pfister.

Peter Schneider/Keystone

cov./atz. Gerhard Pfister si dimette dalla presidenza del Centro. Lo ha annunciato il 62enne in un’intervista al “Tages-Anzeiger”. Dopo nove anni, a giugno il zughese cederà la guida del partito.

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È il momento giusto, per il partito e per lui stesso, dice Pfister nell’intervista pubblicata lunedì pomeriggio. È entrato in carica come presidente dell’allora CVP nel 2016 e ha completato la fusione con il BDP nel 2020.

Fornito una ripresa

Quando ha assunto la guida nove anni fa, il partito ha sviluppato una strategia fino al 2025. “Dentro di me mi sono sempre detto che forse era il momento di fermarsi. Ora sembra giusto”, dice Pfister. La festa ha avuto successo e si è stabilizzata durante questo periodo.

Pfister e il nuovo “centro” cercano sempre più di attrarre gli elettori di sinistra e urbani. Con successo: alle elezioni nazionali del 2023 il partito è tornato alla vittoria dopo molto tempo. Ma il nuovo corso era sorprendente; Pfister era considerato uno svizzero centrale cattolico-conservatore.

Sopravvissuto all’attentato di Zugo

Pfister è nato a Oberägeri nel cantone di Zugo e ha trascorso gli anni scolastici principalmente in un collegio nel monastero di Disentis. Il padre era preside e suo figlio Gerhard alla fine seguì l’esempio e gestì una scuola privata. Nel 1998 Pfister arrivò al Consiglio cantonale di Zugo e tre anni dopo sopravvisse all’attentato nel Consiglio cantonale in cui morirono 14 politici. Nel 2003 Pfister è stato eletto in Consiglio nazionale.

Ora sorge la domanda se Pfister voglia diventare consigliere federale dopo che Viola Amherd potrebbe presto dimettersi. Il suo nome viene menzionato ancora e ancora. In un’intervista al “Tages-Anzeiger” si è trattenuto. Non c’è niente da dire al momento. Una negazione suona diversa.

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