Michèle Bernier si confida con Sept à Huit

Michèle Bernier si confida con Sept à Huit
Michèle Bernier si confida con Sept à Huit
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Pochi giorni prima del suo ritorno sul palco, Michèle Bernier ha parlato con Audrey Crespo-Mara per lo spettacolo “Sept à Huit”, trasmesso questa domenica.

Il comico ha ripensato alla sua infanzia segnata dagli impegni dei suoi genitori.

Ha parlato anche di questa passione per l’umorismo e la libertà che le ha lasciato in eredità suo padre, il professor Choron, cofondatore di Charlie Hebdo.

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Dalle sette alle otto

Ha le nostre stesse ferite e le piace riderci sopra. Un amore che l’attrice Michèle Bernier ha ereditato da suo padre, Georges Bernier, comico meglio conosciuto come “Il professor Choron”, allegro anarchico cofondatore dei giornali satirici Hara-Kiri et Charlie Hebdo. Fin da piccola, Michèle Bernier ha conosciuto i fumettisti Cabu e Wolinski, assassinati appena dieci anni fa, durante l’attentato a Charlie Hebdo.

“Ero la figlia del diavolo”

Il professor Choron lo era “un anarchico di prima categoria”ammette maliziosamente Michèle Bernier nel ritratto a lei dedicato in Dalle sette alle otto. Un uomo “senza concessioni”compreso quando ha creato i suoi diari. “Si sentiva libero e ha dovuto affrontare molte prove. È stato difficile”ammette il comico, il quale aggiunge che il “divietiHara-Kiri E Charlie Hebdo erano sempre “un uomo malato” per suo padre.

Da bambina, Michèle Bernier ha sofferto, almeno, di ciò che suo padre incarnava “al di fuori”. “Ero un po’ la figlia del diavolo. A volte i miei amici mi dicevano: “I miei genitori non vogliono che venga a casa tua.” Devono aver pensato che ci fossero donne nude sulle scale, parolacce scritte ovunque… devo essere stato molto pericoloso!”dice.

Sua madre, Odile Vaudelle, lavorava con suo padre nelle sue riviste satiriche. Una coppia che ha risvegliato la curiosità e, non a caso, l’umorismo della figlia. “L’umorismo ha sempre fatto parte della nostra vita. Mio padre mi diceva sempre: “Sapete, non c’è umorismo in nessuna dittatura”ricorda Michèle Bernier, che ricevette un’educazione senza restrizioni dai suoi genitori.

Vivere due lutti contemporaneamente

“Quando facevano le feste, mi prendevano. Mi piaceva solo stare con loro. Mi portavano nei club, avevo sei anni!”dice al microfono di TF1. Genitori spesso assenti, chi “lavorava molto, vendeva giornali per strada, trovava soldi”. Ancora, “Non mi sono sentito abbandonato”sottolinea Michèle Bernier. “Ho capito che avevano qualcosa da fare.”

Georges Bernier morì nel 2005, pochi anni dopo la moglie Odile Vaudelle, morta suicida nel 1985. “Mi ha paralizzato le corde vocali. Non potevo più parlare”ricorda Michèle Bernier, alla quale uno psicologo spiega che il suo silenzio brutale deriva dal dover affrontare due lutti contemporaneamente. “Quando mia madre se ne andò fu un altro shock, fu violento. Il suicidio è sempre qualcosa di violento, per chi resta, in ogni caso”confida l’attrice con la voce rotta dall’emozione.

“Anche se significa essere triste, potresti anche sembrare allegro!”

Alcuni anni prima della morte di sua madre, nel 1982, si unisce a Michèle Bernier Il teatro Bouvardsu Antenne 2, in compagnia di Muriel Robin, Didier Bourdon e Chantal Ladesou. Lì conosce una persona che le cambierà la vita: quella di Bruno Gaccio, celebre coautore di Guignols delle informazioni, che sarebbe diventato il padre dei suoi due figli. Una relazione che Bruno Gaccio pose fine nel 1997, quando Michèle Bernier era incinta di suo figlio. “Oggi, 28 anni dopo, la situazione è molto tranquilla”assicura.

A quel tempo, Michèle Bernier mise in scena uno spettacolo adattato da un fumetto, Il demone di mezzogiorno. Ironicamente, la trama è incentrata su un uomo che lascia la moglie per una donna più giovane. “Non è stato facile. Ma penso che a un certo punto ho smesso di pormi questa domanda. Volevo davvero andare avanti”ripercorre l’attrice, che non esita a propagare il suo motto: “Anche se significa essere triste, potresti anche sembrare allegro!”

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Divenuta due volte nonna, la comica 68enne resta molto attiva e tornerà in scena, dal 29 gennaio al Théâtre de Paris, nello spettacolo Giglio e Giglioin cui interpreta, anni dopo Jacqueline Maillan, due sorelle gemelle. “Essere la stessa persona e interpretare due personaggi mi affascinava. Penso che invecchiando avrò bisogno di stravaganza”dice, ammirandoli “donne libere”, “che non hanno età”. Per lei, “dà vita alla vita”.


NK | Commenti raccolti da Audrey Crespo-Mara

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