lL’anno non è finito, ma il giorno di Natale l’Ucraina ha subito il tredicesimo attacco russo dell’anno ai suoi impianti energetici. Non sfugge a nessuno che lanciare decine di missili e droni contro le centrali elettriche in inverno è ancora più disumano che farlo nelle stagioni più miti. Per non parlare dei morti e dei feriti che allungano da quasi tre anni l’elenco delle vittime civili della folle guerra di aggressione condotta dalla Russia.
Questo nuovo attentato del 25 dicembre lancia un messaggio tanto inaccettabile quanto trasparente: gli ucraini vengono ancora una volta puniti perché preferiscono ormai celebrare il Natale secondo il calendario cattolico in segno di separazione dal patriarcato ortodosso di Mosca e dal suo leader mitrato Kirill , che non solo sostengono ma incoraggiano la crociata bellica di Putin.
In queste condizioni, è più probabile che il Natale ortodosso di gennaio venga messo in ombra dai bombardamenti piuttosto che rallegrato da una tregua che apra la strada ai negoziati e al cessate il fuoco che il mondo spera. Ma anche il Cremlino cerca una via d’uscita. Lo suggerisce la sua fretta di avanzare nel Donbass a costo di ingenti perdite – e nonostante il sostegno della carne da cannone nordcoreana – prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
Dmitri Lavrov, compromettendo Parigi, ha intrapreso una manovra rozza
Lo stesso vale per l’ultima “uscita” del ministro degli Esteri russo. Affermando pubblicamente che la Francia aveva proposto a Mosca di avviare un dialogo di pace alle spalle degli ucraini, Dmitri Lavrov si impegna in una manovra cucita con filo bianco, cercando di seminare discordia tra Kiev e i suoi alleati, da un lato, e d'altra parte tra gli occidentali. Perché screditare Parigi ignorando la sua posizione costante – senza gli ucraini non si farà nulla – è un polo teso a Kiev sopra la testa di un’Europa che è tuttavia la prima preoccupata da una futura pace negoziata alla sua frontiera orientale.
Il giorno di Natale, i missili russi hanno sfiorato lo spazio aereo della Romania e hanno invaso quello della Moldavia. In queste condizioni, è difficile che gli europei non sentano il bisogno di ribadire il loro sostegno alla vicina Ucraina affinché possa difendersi domani sul campo diplomatico come fa, con ammirevole coraggio, sul fronte militare. Ma anche laddove i civili, ogni giorno, Natale compreso, vedono passare la morte nei cieli delle loro città.