Le proposte di revisione del Codice della famiglia in Marocco mirano ad adattare il quadro giuridico per gestire meglio il peso dei casi di divorzio. Nonostante le critiche, i dati mostrano una predominanza del divorzio consensuale che non può essere attribuito alle attuali disposizioni del Codice.
Le riforme proposte per rivedere il Codice della famiglia, soprattutto nella parte relativa al divorzio, sollevano molti interrogativi. Questi emendamenti, lungi dall’incoraggiare le separazioni, mirano a ridurre il carico sui tribunali e a modernizzare le procedure. Tra le misure chiave, la possibilità per i coniugi di divorziare consensualmente tramite contratto diretto, senza intervento del giudice. Attualmente questo tipo di divorzio rappresenta la maggioranza dei casi in Marocco.
Secondo il Ministero della Giustizia, infatti, ogni anno si registrano circa 24.000 divorzi consensuali, a fronte di soli 300 casi di divorzio revocabile. Queste cifre dimostrano che questa modalità di separazione è ampiamente dominante. Lo studioso del pensiero islamico, secondo Abdelwahab Rafiki, ne è convinto “questa prevalenza non può essere attribuita alle disposizioni del Codice della famiglia”, affermando nelle dichiarazioni a Espresso FR che la situazione nel quadro giuridico attuale è del tutto normale.
Le modifiche proposte mirano inoltre a rendere le procedure più efficienti fissando, ad esempio, un termine massimo di sei mesi per pronunciarsi sulle domande di divorzio. È prevista anche la creazione di un organismo extragiudiziale di mediazione e conciliazione. Il suo ruolo sarebbe quello di intervenire nei casi in cui la separazione non è consensuale, con la missione esclusiva di cercare di riconciliare i coniugi.
Inoltre, tra le modifiche previste figura l'introduzione dei mezzi elettronici nelle procedure relative al divorzio. Le notifiche digitali e le procure sarebbero consentite per accelerare le procedure, tranne nelle fasi che richiedono la presenza diretta, come la riconciliazione e la mediazione.
Per Rafiki, “È improbabile che queste proposte aumentino il numero dei divorzi. Il ricercatore sottolinea che il divorzio consensuale è già semplice e rapido, a volte gestito in un’unica udienza, il che non è una novità”.
L'obiettivo principale di questi emendamenti, secondo lui, “è quello di adattare il sistema legale alle realtà attuali riducendo la pressione sui tribunali e di non sconvolgere gli equilibri familiari”.
Da notare che la maggior parte delle proposte di riforma del Codice della Famiglia hanno ricevuto parere favorevole da parte del Consiglio Superiore degli Ulema. Tra questi ci sono notevoli progressi, come la concessione della tutela legale dei figli alla madre tutrice, il riconoscimento del lavoro domestico della moglie come contributo al patrimonio familiare, o anche la possibilità di matrimonio per i marocchini residenti all'estero senza testimoni musulmani, quando questo è impossibile.
Altre misure convalidate riguardano l'obbligo per il marito di provvedere ai bisogni della moglie al momento della conclusione dell'atto di matrimonio, la conservazione della custodia dei figli per le madri divorziate anche in caso di nuovo matrimonio, nonché la priorità dei debiti congiunti dei coniugi su altri debiti.