I pescatori dell'Adour temono la scomparsa della loro professione a causa del divieto di pesca al salmone

I pescatori dell'Adour temono la scomparsa della loro professione a causa del divieto di pesca al salmone
I pescatori dell'Adour temono la scomparsa della loro professione a causa del divieto di pesca al salmone
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Dopo le anguille cieche e poi l'agone, la pesca del salmone è ormai vietata nell'Adour dal 2025. La prefettura della regione Nouvelle-Aquitaine ha preso questa decisione lunedì dopo aver riunito il comitato di gestione dei pesci migratori e in considerazione delle poche catture nel fiume e anche nel Gaves. Un divieto che si estende alla foce e al mare, nel Golfo di Biscaglia, al largo delle coste basche e delle Landes.

La scomparsa di una professione

Olivier Jeannots è pescatore di Sainte-Marie-de-Gosse e presidente dei pescatori professionisti dell'Adour. Capisce la necessità di una chiusura”dato l’aumento dei migranti che è storicamente basso“, ma questa decisione”storico“per i pescatori con le reti è”duro“. Lei arriva dopo il divieto di pesca della lampreda e una restrizione dell'85% per lo shad, e il compenso non salverà la professione, si rammarica il pescatore professionista che teme che il divieto diventi definitivo nel 2026.

Per Olivier Jeannots, non stiamo affrontando altre cause di scarsità pesci, come le centrali micro-idroelettriche e l’urbanizzazione che prosciuga le zone umide. Il risarcimento è previsto, ma”A 40 anni preferisco guadagnarmi da vivere con il mio lavoro. Avere un assegno per bruciare la mia barca non è un obiettivo“, si lamenta.

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gestione europea

L'8 novembre, il tribunale amministrativo di Pau, ha abrogato un decreto del 2009 che regolamentava la pesca professionale pesci migratori nelle acque dell'Adour, tra le Landes e i Paesi Baschi, e ha chiesto alle due prefetture di riscrivere questo decreto. Per gli scienziati, la gestione di queste specie migratorie deve avvenire a livello internazionale.

E conferenza internazionale si sono riuniti a Copenhagen dal 25 al 27 novembre, per rispondere al puzzle posto dalla gestione dell'ecosistema di anguille e salmoni. Si tratta del progetto europeo Diaspara che riunisce 12 Paesi, è coordinato in Francia dall'Inrae (Istituto Nazionale di Ricerca per l'Agricoltura, l'Alimentazione e l'Ambiente).

Inrae, in collaborazione con 12 paesi europei, vorrebbe conoscere lo stato della popolazione complessiva in Europa, per poter dare raccomandazioni a livello locale per ciascun fiume. Perché per Hilaire Droineau, scienziato dell'INRAE, “un piballe che arriva ad Adour, i suoi genitori possono venire dalla Norvegia, tutto viene rimescolato in ogni generazione. I suoi discendenti potrebbero benissimo arrivare in Marocco o in Norvegia. Quindi dobbiamo lavorare su quella scala”.

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