Cesc Fabregas ha riportato il COME in A dopo ventuno anni e ha gettato le basi per tenercelo: se il campionato finisse oggi, i lariani sarebbero salvi. Anche a San Siro hanno fatto una gran bella figura, nonostante siano usciti sconfitti. Il loro tecnico è stato uno dei più forti centrocampisti della sua generazione: campione del mondo e due volte campione d’Europa con la Spagna (110 presenze, nono assoluto nella graduatoria di tutti i tempi; 15 reti), 12 titoli vinti fra Barcellona e Chelsea (complessivamente: 740 partite e 125 gol).
Da Fabregas lezione di stile
Dopo il ko con i campioni d’Italia, Fabregas ha dato un esempio di cultura dello sport, di stile, di educazione, preannunciando in diretta tv: “Lo dico con tanto rispetto, preferisco parlare con lui anziché con voi. Sta facendo l’intervista ora, qui accanto a me. Penso di averne ancora per una mezz’ora. Se il pullman della squadra mi aspetta, vorrei parlare un po’ con Inzaghi. Dialogare con gli allenatori più bravi e Simone è fra questi, è un’occasione di crescita per un tecnico giovane come me. Vado in panchina da un anno e ho molto da imparare. Simone Inzaghi mi piace molto. Lo dico con il cuore: Inzaghi è fra i migliori tecnici e gli faccio i miei complimenti”. Fabregas glieli ha porti di persona e Simone non ha potuto fare a meno di notare la differenza di comportamento fra il collega spagnolo e alcuni colleghi connazionali: “Siamo in Italia, sappiamo dove siamo e come si ragiona…”. Brutta cosa l’invidia. Transeat. Come dicono in Spagna, Fabregas è un autentico caballero, un signore. Averlo in Serie A è un vero onore.
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