Con Elisabeth Borne dell'Educazione, i sindacati temono mosse forti ma contano sul suo peso politico – Libération

Con Elisabeth Borne dell'Educazione, i sindacati temono mosse forti ma contano sul suo peso politico – Libération
Con Elisabeth Borne dell'Educazione, i sindacati temono mosse forti ma contano sul suo peso politico – Libération
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I rappresentanti degli insegnanti, scottati dall'uso della 49.3 sulla riforma delle pensioni contro cui si erano mobilitati, notano però che essa sembra ben posizionata per vincere arbitrati a favore della scuola.

Niente di cui rallegrarsi nel mondo dell'istruzione. I sindacati hanno reagito freddamente alla nomina di Elisabeth Borne, lunedì sera, a ministro dell'Istruzione nazionale. Criticano in particolare i suoi ricorrenti passaggi energici con la 49.3 quando era a Matignon e avvertono che non trarrà beneficio da alcun “stato di grazia”.

“Elisabeth Borne è il primo ministro della riforma pensionistica contro la quale gli insegnanti si sono mobilitati in maniera massiccia, è anche lei che usurato e abusato dal 49.3», ricorda Sophie Vénétitay, segretaria generale della Snes-FSU, il principale sindacato dell'istruzione secondaria. Mentre Guislaine David, segretaria generale congiunta e portavoce del sindacato Snuipp-FSU, parla addirittura di “provocazione”.

Elisabeth Allain-Moreno, segretaria generale del sindacato SE-Unsa, ritiene tuttavia che il “gestione di un ministero importante come quello dell’Istruzione Nazionale da parte di un ex Primo Ministro” fatto che lei saprà il “diversi portafogli ministeriali per poter influenzare i dibattiti” e trattative. Tanto più che Elisabeth Borne, ministro di Stato, figura al primo posto nel protocollo d'ordinanza del governo. Segno che François Bayrou sembra volergli lasciare libero corso.

Anche Sophie Vénétitay lo ricorda “durante i suoi rari discorsi sull’istruzione, Elisabeth Borne ha dimostrato il desiderio di trasformare profondamente la scuola.” Il sindacalista avverte però che l’ex premier, che è anche ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca, “non avrà un secondo di grazia” nell'a “scuola al limite”.

I rappresentanti degli insegnanti lo chiedono soprattutto di invertire i tagli di posti di lavoro previsti dal governo uscente di Michel Barnier. Gli chiedono anche di annullare la cosiddetta riforma dell' “scontro di conoscenze” avviato da Gabriel Attal e proseguito dal ministro uscente Anne Genetet. “Se il percorso stabilito per diversi mesi verrà mantenuto, il personale dell’Istruzione nazionale si mobiliterà per rimetterlo in discussione”, avverte Guislaine David. Altro punto chiave: rendere prioritaria la ripresa dell’insegnamento a Mayotte, dopo il passaggio del ciclone Chido.

Preoccupazioni per l'istruzione superiore

Sul versante dell'istruzione superiore, dove Philippe Baptiste, direttore del Centro nazionale di studi spaziali (Cnes), è stato nominato ministro delegato all'Istruzione superiore e alla ricerca, anche qui i sindacati appaiono riservati: “Sembra che stiamo perdendo un ministro a tempo pieno in una situazione in cui non siamo mai stati così pessimi in termini di bilancio”, osserva Anne Roger, segretaria generale di Snesup-FSU, il principale sindacato dell'istruzione superiore.

Philippe Baptiste, ex vicedirettore generale del CNRS, è in particolare l'ex capo di gabinetto dell'ex ministro Frédérique Vidal, responsabile della progettazione della tanto criticata piattaforma di candidatura per l'istruzione superiore Parcoursup. Per Anne Roger, la scelta di Baptiste Philippe non segna quindi “nessuna pausa” con le politiche dei governi precedenti: “Siamo molto preoccupati”.

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