Al 65′ di Benfica-Bologna, Vangelis Pavlidis ha ricevuto un regalo. La palla, capricciosamente, era davanti ai suoi piedi, libera in area, con la porta a disposizione. Ma ci sono doni che possono essere insidiosi, che possono nascondere delle trappole.
La finalizzazione sembrava burocratica, ma Pavlidis, in questi giorni, Testa bassa, girando spesso per il campo con l’aria di un divorziato che sia appena andato dal notaio a firmare le carte che fanno gli attaccanti quando non prendono appuntamento. Ha calciato, ma una montagna polacca ha impedito la celebrazione. È stato Skorupski, il portiere del Bologna, l’eroe italiano della partita.
Il Bologna, club della città dove ha sede la più antica università del mondo occidentale, in attività dal 1088, è arrivato a Lisbona per godersi ancora un po’ questa storica partecipazione. Era stato nell’élite del calcio europeo solo una volta, nel 1964/65, e in quel periodo aveva giocato solo due partite.
Al Luz il processo del Bologna si è basato su un calcio di passaggi e combinazioni, di possesso palla e buone intenzioni, ma poco rischio e senso del gol. Per qualche motivo il Bologna, con un solo gol segnato, è il peggior attacco di questa Champions League. È uscito dalla sfida solo con un tiro in porta di Trubin.
La prova burocratica dell’iter del Bologna ha costituito una sfida per il Benfica nel primo tempo, quando il calcio aveva pochi gol. Dopo il riposo si è presentata l’occasione, ma il greco, staccato dal gol, non ne approfitta.
Il primo tempo inizia male, con un’azione che farebbe pensare a minuti di calcio vicini al gol, di pericolo, di una promessa non mantenuta. Mancavano ancora due minuti dalla partita e Di María aveva già rubato un pallone nei pressi dell’area italiana, servendo Pavlidis. Il greco ha realizzato uno dei suoi migliori piazzamenti con il Benfica, una deviazione sottile, evitando l’uscita di Skorupski. Esame superato.
Purtroppo per Vangelis il tiro non è servito perché l’attaccante era avanzato. Più di 60 minuti dopo, Pavlidis avrebbe di nuovo un’occasione sovrana. Era della partita, ma, con tutto da segnare, non è riuscito a superare Skorupski. L’ex AZ Alkmaar rimarrebbe a bocca asciutta, come accaduto in 15 delle 20 sfide degli Eagles.
L’errore di quel primo momento si è concretizzato nei minuti successivi. La partita si è giocata lontano dalla porta, con un solo tiro tirato nel primo tempo. È stato dopo l’intervallo, con un’azione in cui Álvaro Carreras supera due avversari di classe e crossa per Di María che tira di prima, uno di quei tiri al volo secchi e potenti dell’argentino. Skorupski ha difeso.
Tra il gol annullato di Pavlidis e l’unico tiro che contava fino all’intervallo, la partita è stata in gran parte un susseguirsi di possessi bolognesi, soprattutto nei primi 25′. Voi rossoblù sono arrivati a questo punto della fredda notte di Lisbona con il 67% di possesso palla. Solo il trio di centrocampisti ospiti – Ferguson, Moro e Fabbian – ha effettuato, insieme, più della metà dei passaggi (47) dell’intera squadra del Benfica messa insieme (88).
Ma l’unica mossa pericolosa del Bologna fino all’intervallo arriva al 10′, quando Thijs Dallinga, altro attaccante avulso dalla porta, non riesce ad aggirare Trubin dopo un rapido attacco. L’olandese, che non ha ancora segnato in 17 presenze con il club della città studentesca italiana, avrebbe la prima occasione dopo la ripresa, riducendo da zero il numero di tiri realizzati dagli ospiti. Trubin si difese.
Bologna, la città, è nota per essere la dotta, la grassa, la rossa. Quello erudito, per l’università, quello grasso, per la rinomata cucina della città, e quello rosso, per il colore degli edifici e le preferenze politiche. Ebbene, la notte a Lisbona, abbiamo visto un calcio elaborato, sì, ma non grasso in alcune occasioni e, beh, le divise non erano esattamente rosse, perché quelle erano dall’altra parte.
Il duello era tra portieri alienati dalla porta, poi è toccato a Pavlidis e quell’azione al 65′. Quello che avrebbe dovuto essere un regalo era sintomo della scarsa efficacia del greco, che sarebbe stato sostituito di lì a poco, con la stessa aria di tristezza con cui gli studenti camminano per le strade di Bologna dopo essere stati bocciati a un esame, in ansia per il momento in cui Dovrai chiamare i tuoi genitori e dire loro cosa è successo.
Al 72′ inizia un nuovo sottogioco, una sorta di terzo tempo. Il Bologna fa quattro cambi contemporaneamente, mentre Lage libera Amdouni e Beste. Il Benfica spinge nel finale, ma senza successo.
Al 79′ Di María tira da buona posizione, ma Ferguson taglia. Poi, verso la fine, Amdouni ha centrato il gol degli ospiti in due situazioni, ma ha riscontrato la scarsa concentrazione di talenti della Polonia: se il Paese Se nell’ultimo decennio avesse distribuito meglio la formazione di giocatori di qualità, non concentrandola solo sui portieri, Lewandowski sarebbe stato un uomo più felice. C’è sempre uno Szczesny, un Fabianski o uno Skorupski. Quest’ultimo è stato autore di una grande prestazione a Luz, respingendo entrambi gli attacchi dello svizzero.
La visita universitaria a Luz ha continuato la cattiva abitudine del Benfica. Nelle ultime sette partite casalinghe di Champions League ne ha vinta solo una. Il vaglio del Bologna, in questa nuova Champions League che cambia le regole del gioco come le ha cambiate il Processo di Bologna, è stato nullo. Il Benfica è 15esimo in classifica.