RAPPORTO DELL’UDIENZA – Christophe Ruggia è accusato di aver aggredito sessualmente Adèle Haenel all'età di 12 anni. Il pubblico ministero ha ritenuto che esistesse “un evidente legame di dominio tra un regista e la sua attrice”.
«Ma chiudi la bocca!” L'urlo colpì l'assemblea. Da lunedì mattina Adèle Haenel era come un leone in gabbia. Cercò di contenersi, di soffocare la rabbia che si stava formando dentro di lei. Ma quando questo martedì pomeriggio, davanti al tribunale penale di Parigi, il regista Christophe Ruggia, da lei accusato di violenza sessuale, si è difeso da ogni intenzione riprovevole, sottolineando che per tutelarla dalla cattiva pubblicità che provoca un film con scene di sesso, avrebbe averle suggerito di prendere uno pseudonimo, era troppo. In aula il provvedimento è stato emesso in un colpo solo. Si alzò, voltò le spalle al campo e poi scappò dalla stanza. Come nella primavera del 2020, quando l'attrice lasciò la cerimonia dei Césars per denunciare la nomina di Roman Polanski come miglior regista. Un nuovo adattamento dell’adagio di Virginie Despentes: “Ora ci alziamo e usciamo da lì.» Il suo avvocato la raggiunge per calmarla…
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