Niente a Madrid era andato come previsto, tranne che Bellingham, un calciatore tanto bravo quanto responsabile. Ha affrontato una squadra sbiadita e ha lasciato ancora una volta il Barça alle spalle con qualità e con il cuore. Il suo merito è che cerca non solo di essere magnifico, ma anche esemplare. Pochi iniziarono a seguirlo e finirono per seguirlo quasi tutti a Girona, Mbappé ha incluso, con il suo undicesimo gol, questo dal loro catalogo, dopo un'altra prima parte sfortunata. Il gol iniziale dell'inglese ha regalato al Real Madrid il titolo di campione. Quando il suo adduttore disse basta, non aveva nemmeno lasciato Girona, che aveva mezz'ora dell'anno scorso e una di questo.
Il Girona ha già perso ogni confronto con l'anno scorso, quando si spostò, da un giorno all'altro, dalla periferia al centro della Lega. Il successo lo ha ferito. Adesso ha giocatori peggiori e ottiene risultati peggiori senza che Michel abbia toccato una battuta del copione, il che dimostra che i calciatori sono ancora molto più importanti degli allenatori. Non è più una squadra così espansiva o di artiglieria, anche se in Le sue intenzioni sono ancora ottime e, come tale, è andato al Real Madrid, dalla formazione, con due agitatori, Yáser Asprilla e Bryan Gil sulle fasce, alla pressione con gli artigli nel campo avversario.
Alla ricerca di soluzioni, Ancelotti ha rimodellato per l'ennesima volta l'architettura della squadra, che si è articolato in un 4-2-3-1, con la doppia regia Modric-Valverde, Güler a destra, Brahim a sinistra, Bellingham gancio e Mbappé unico attaccante. E accanto a Rüdiger ha collocato Tchouaméni, il suo vaso cinese, quell'oggetto di lusso a cui è difficile trovare posto. L'italiano ha cercato un nascondiglio al centro della difesa, dove migliora. Lì gli infortuni hanno aperto un varco che sembrava scomparire con l'emergere di Asencio, ma A Montilivi ha giocato il francese, contro il quale le due terapie applicate finora hanno fallito: insistenza e pazienza. Non sono ancora stati testati con la cava. E la stessa teoria varrebbe per il duo Mendy-Fran García, anch'esso risolto in favore del francese.
Lo sprint di Krejci
La verità è che il Girona ha mantenuto la palla da titolare e questo ha invalidato il centrocampo finemente intrecciato messo in piedi da Ancelotti. Le opportunità di previsione riservate stavano crescendo nell'area di Madrid: un rimbalzo di Courtois, due tiri alti di Asprilla, un altro di Bryan Gil, un passaggio di Van de Beek, che un giorno con l'Ajax fece un pasticcio al Bernabéu, dove Miovski non arrivò… Il Madrid si ridusse a Bellingham, l'unico immune alla depressione generale. Subito mette Mbappé davanti a Gazzaniga, ma Krejci, centrale di qualità, gli regala palla all'inizio dello sprint. Mbappé non è Mbappé neanche lì. La solitudine di Bellingham per tanti minuti è commovente.
Dopo il primo drink, Il Real ha giocato di più con la palla, ma senza profondità, e non ha chiuso bene neanche gli spazi dietro. In uno dei suoi errori, Asprilla ha fatto trapelare una buona palla a Van de Beek, che ha afferrato la palla nella migliore occasione dei catalani prima dell'intervallo.
Madrid non differiva molto da quella caduta a San Mamés: triste, senza scintilla, senza arrivi, in un certo senso sedimentato nella festa, come se la buona notizia non gli fosse arrivata da Benito Villamarín. Mendy ha sofferto con Asprilla, Lucas si è comportato meglio con Bryan Gil e né Modric, né Valverde, né Güler hanno dato slancio alla squadra finché Brahim non ha suonato l'allarme. Prima con un tiro in mezzo al gruppo che Gazzaniga para. Poi con uno zig zag da sinistra che terminava in un cross quasi a fondo campo, respinta malamente da Miguel Gutiérrez e terminato al volo, con l'anima, da Bellingham, un tiro che si infila tra le gambe del portiere argentino. Giusto premio al migliore.
una sola squadra
Quel gol prima dell'intervallo ha cambiato la dinamica della partita e chissà se il percorso. Il Madrid ha preso in mano lo scontro, narcotizzandolo e ha aspettato il suo momento per segnare il secondo gol che portava la firma di due artisti. Fantastico il passaggio profondo di Bellingham, fantastico il controllo, la corsa e il cross di Arda Güler, fino ad allora confusi con il paesaggio. Prima del gol, un colpo di testa di Tchouaméni, parato da Gazzaniga, annunciava già un cambio di vento.
Con il Real già sulla cresta dell'onda, Bellingham è uscito infortunato. Acqua ghiacciata sulla strada per Bergamo. L'inglese afferrò il suo adduttore e la squadra, con le mani sulla testa, con la finale contro l'Atalanta ad un passo. Lo shock ha smorzato molto il risveglio di Mbappé, che ha segnato il terzo gol del Real Madrid con un destro da posizione non troppo angolata. Un gol nel suo stile: demarcazione, scatto e tiro basso e secco.
Anche il finale del Real Madrid non è stato dei più felici. A dieci minuti dalla fine se ne va Mendy, ultima vittima della peste infinita. Ancelotti ha fatto cambi repentini temendo il peggio. Uno di quelli che entrarono fu Endrick, una minaccia fantasma negli ultimi tempi. Un altro, un esordiente, Yáñez, per chiudere una partita con un epilogo amaro che è stato registrato nel referto medico. La classifica è più clemente: il Real ha due punti di distacco dal Barça.
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Cambiamenti
Abel Ruiz (57', Bojan Miovski), Arnaut Danjuma (57', Bryan Gil), Dani Ceballos (60', Jude Bellingham), Porta (77', Donny van de Beek), Fran Garcia (80', Ferland Mendy), Raúl (80', Federico Valverde), Endrick (80', Kylian Mbappé), Daniel Yáñez (88', Arda Guler)
Obiettivi
0-1, 35': Jude Bellingham0-2, 54': Arda Guler0-3, 61': Kylian Mbappe
Carte
Arbitro: Jesús Gil Manzano
Arbitro VAR: Daniel Jesús Trujillo Suárez, Juan Martínez Munuera
Ancelotti (46', Giallo), Kylian Mbappe (46', Giallo), Rudiger (75', Giallo), Ladislav Krejci (75', Giallo), Oriol Romeu (89', Giallo), Porta (93', Giallo)