Michel Barnier dovrà lasciare Matignon la prossima settimana, tre mesi dopo la sua nomina? Cresce la tensione tra Parlamento e governo, mentre il progetto di bilancio della Previdenza sociale tornerà all'Assemblea nazionale lunedì 2 dicembre.
Nonostante le tensioni all'interno della coalizione presidenziale, un compromesso tra senatori e deputati è stato finalmente trovato, mercoledì sera, 27 novembre, in seno alla commissione mista, a porte chiuse, nella quale questa coalizione dispone di una maggioranza risicata.
Ma, privato della maggioranza alla Camera, il primo ministro è condannato a ricorrere per la prima volta, lunedì, all'articolo 49.3 della Costituzione per farla adottare senza votazione. Assumendosi le proprie responsabilità, il capo del governo apre la strada a una mozione di censura, promessa dalla sinistra.
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Marine Le Pen mantiene il fiato sospeso sulle sue intenzioni in occasione di questa prima mozione di censura, che potrebbe essere esaminata il 4 dicembre. Ma, senza aspettare il traguardo del bilancio dello Stato, intorno al 18, 19 o 20 dicembre, il presidente del gruppo Raggruppamento Nazionale (RN) all'Assemblea Nazionale potrebbe decidere di aggiungere ai voti della sinistra quelli dei suoi deputati, che porterebbe alla caduta del governo.
Se non è trapelato nulla dallo scambio di lunedì a Matignon tra il capo della RN e il primo ministro, quest'ultimo il giorno successivo ha fatto un passo nella direzione di Marine Le Pen. Mentre il membro dei giudici del Pas-de-Calais «inammissibile» Michel Barnier non esclude l'aumento delle tasse sull'elettricità previsto nel progetto di bilancio “fare di più per preservare il potere d’acquisto dei francesi”ha detto martedì sera.
Il governo aumenta la pressione sul PS
L'ex negoziatore della Brexit ha anche annunciato una missione guidata dal politologo Pascal Perrineau sul voto proporzionale, rispondendo ancora una volta a una richiesta della RN. Niente che possa muovere i leader del partito di estrema destra in questa fase. Ogni minima cosa che dicono viene esaminata dai rappresentanti eletti della “base comune”. “Dicono che censureranno, ma c’è sempre una virgola in giro, un codicillo”osserva decisamente ottimista il presidente del gruppo macronista al Senato, François Patriat.
L’estrema destra non è la sola ad avere la chiave per l’esito del voto finale. La portavoce del governo, Maud Bregeon, ha sottolineato mercoledì: “responsabilità incredibile” dei Socialisti (PS) se la sinistra presentasse una mozione di censura. L'astensione dei sessantasei Ps e relativi deputati salverebbe il bilancio. Il governo ha quindi aumentato la pressione, avvertendoli: votando a favore di questa mozione, avrebbero fatto precipitare ulteriormente il paese nell'instabilità politica e nella stagnazione economica.
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