la terribile storia vera del regista che ha dato vita al film

la terribile storia vera del regista che ha dato vita al film
la terribile storia vera del regista che ha dato vita al film
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Università, professore, accusa, voci, spirale… Ovviamente ne parleremo Niente onde. I francesi scoprono il film di Teddy Lussi-Modeste nel marzo 2024. Nelle sale, gli spettatori seguono il viaggio di Julien, un professore universitario, che suo malgrado cade in una spirale terribile. Il campo? Julien, un insegnante giovane e appassionato, cerca di trasmettere le sue conoscenze con entusiasmo. Come parte delle sue lezioni, prende Leslie, una timida compagna di classe, sotto la sua ala protettrice per spingerla a sviluppare le sue capacità. Ma questo trattamento, giudicato favoritismo, irrita gli altri studenti, che attribuiscono cattive intenzioni al professore. Quest'ultimo si ritrova poi accusato di molestie. La voce cresce e Julien, abbandonato dall'amministrazione, si ritrova intrappolato in una spirale… Nel casting: François Civil (visto di recente in Adoro, uff) nel ruolo di Julien e Toscane Duquesne nel ruolo di Leslie. In Francia, Niente onde ha fatto quasi 410.000 iscrizioni. Ma a proposito, sapevate che il film è ispirato a una storia vera?

Teddy Lussi-Modeste, direttore di Nessuna onda e insegnante: “La ragazzina mi accusa di guardarla mentre mi tocco la cintura, ha 13 anni, le cose stanno andando fuori controllo”

Il regista di questo avvincente lungometraggio, Teddy Lussi-Modeste, ha vissuto una situazione simile, come ha raccontato al momento dell'uscita del film nella cartella stampa. “Il film è ispirato a una dura prova che ho dovuto affrontare qualche anno fa”ha confidato. “Nel college dove allora insegnavo, il consigliere scolastico un giorno mi consegnò una lettera scritta da uno dei miei studenti. La ragazza mi accusò di guardarla mentre mi toccava la cintura. Aveva 13 anni. Le cose stanno Uno dei suoi fratelli maggiori mi minaccia di morte. Un altro lo porta a sporgere denuncia contro di me. Mi rifiuto di prendermi una pausa, perché stupidamente lo vedo come un'ammissione di colpa Mi romperò le gambe. Vivo nella paura e nella vergogna, anche nel senso di colpa: non voglio che i colleghi che mi accompagnano alla metro vengano aggrediti per causa mia.”

Il racconto della partenza nasce quindi dalla realtà. Ovviamente il regista ha aggiunto, con la sua co-sceneggiatrice Audrey Diwan, anche elementi di finzione… “Audrey Diwan mi ha aiutato a trovare la distanza necessaria per separarmi dagli eventi che ho vissuto”ha ammesso. “In effetti, Audrey mi ha aiutato a costruire il mio punto di vista. Molto rapidamente ci siamo detti che il film doveva raccontare la storia di un professore che si ritrova lasciato andare da un'istituzione sopraffatta certi cursori e darci il diritto alla finzione (…) Mi sono detto che il film doveva assumere la forma di un thriller – un thriller che non smette mai di essere teso fino all'implosione finale, non voleva restare attaccato agli eventi sono accaduti fosse avvenuto nella realtà, volevo restare fedele alle emozioni che mi avevano attraversato (…) Tutti i personaggi sono intrappolati in una situazione che sta degenerando e dalla quale è impossibile uscire, non volevo condannare nessuno carattere. Nessuno deve essere messo a tacere. Tutti devono poter essere ascoltati. Tutte le forme di manicheismo devono essere bandite.

“Gli insegnanti parlano ed è importante ascoltarli”spiega Teddy Lussi-Modeste

E il regista Teddy Lussi-Modeste conclude: “Scegliendo questo titolo (No Waves, ndr), penso che il messaggio sia chiaro. Il film fa parte del movimento per la libertà di parola degli insegnanti. Dobbiamo ricordare lo shock di queste immagini del 2018 in cui vediamo uno studente in braccio un'insegnante seduta davanti al computer con un'arma finta. L'hashtag #PasDeVagues è poi ricomparso sui social. La sofferenza era troppo grande da anni. Gli insegnanti avevano bisogno di denunciare le violenze che subivano quotidianamente e il silenzio della loro gerarchia di fronte a questo dolore. Leggendo la stampa ci si accorge che gli insegnanti sono poco o poco tutelati dalla loro istituzione che paradossalmente ha costruito negli anni la propria fragilità… Oggi parlano gli insegnanti ed è importante ascoltarli.”

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