In Belgio, il fratello del re si batte contro lo Stato per avere la copertura previdenziale

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Il principe Lorenzo di Sassonia-Coburgo dopo la messa del Te Deum, in occasione del Giorno del Re, nella cattedrale Saints-Michel-et-Gudula a Bruxelles, il 15 novembre 2024. BENOIT DOPPAGNE / AFP

Un principe, Lorenzo di Sassonia-Coburgo, in conflitto con lo Stato belga mentre suo fratello, re Filippo, ne è a capo: il caso che dovranno decidere i magistrati del tribunale del lavoro di Bruxelles non è banale. A 61 anni, il principe denuncia il fatto che a lui e alla sua famiglia viene negata la copertura previdenziale. Affermando che sarebbe un lavoratore come gli altri, intende ottenere il rimborso delle sue cure e una pensione di vecchiaia. Lunedì 25 novembre, la corte ha tenuto una prima udienza e ha annunciato che si darà tempo per riflettere: il turbolento figlio della dinastia belga saprà solo nell’aprile 2025 se vincerà la sua causa.

“Volevo lavorare, ma mi è stato impedito”dichiarò nel 2023 il figlio più giovane dell’ex re Alberto II (1993-2013), prendendo di mira all’epoca il capo di stato maggiore di quest’ultimo. Oggi, dice Me Olivier Rijckaert, Laurent, invece, esercita un’attività indipendente pur sottomettendosi a tutti gli obblighi richiesti dal suo status reale. “ In un anno, 93 visite, missioni, consigli di amministrazione, è impressionante. E il principe ha anche un aiutante di campo e un ufficio a palazzo”ha sostenuto l’avvocato.

In cambio di quella che considera una professione come tutte le altre, Laurent, ormai solo quattordicesimo nell’ordine di successione al trono, riceve una “dote” annua di 388mila euro. Questo denaro pubblico consiste in una sorta di stipendio imponibile – 110.000 euro lordi –, il resto copre “costi operativi e del personale” giustificare. Il padre del principe, l’ex re Alberto II, 90 anni, riceve una dotazione annua di 923.000 euro.

“Un piccolo imprenditore”

Dal momento che paga le tasse e si considera “un piccolo imprenditore” al servizio della sua famiglia, il principe esige i diritti sociali garantiti ai suoi concittadini. Gli avvocati dello Stato belga, dal canto loro, sostengono che l’importo della sua borsa di studio dovrebbe consentirgli di stipulare un’assicurazione privata mentre M.e Rijckaert difende il diritto del suo cliente di iscriversi ad una cassa di previdenza sociale, come possono fare tutti i lavoratori autonomi. Problema per il fratello del re: pur pagando le tasse, non versa però i contributi previdenziali, il che lo priva teoricamente dei relativi diritti.

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Ovviamente, coloro che definirono le regole della dotazione reale non prevedevano che uno dei suoi beneficiari potesse un giorno rivendicare uno status, fosse esso indipendente, dipendente o funzionario. Esigente, durante un’apparizione pubblica il 15 novembre, “rispetto di un diritto elementare”, Il principe Laurent ha detto: “ Non ne faccio una questione di mezzi finanziari, ma di rispetto. Quando un migrante arriva qui, si registra e ha dei diritti. Forse anch’io sono un migrante, ma la cui famiglia ha messo in piedi lo Stato belga. »

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