Giovedì RTL tvi trasmette l’inedito “Asterix e Obelix: Il Regno di Mezzo”, diretto da Guillaume Canet. L’attore veste i panni dell’intrepido guerriero gallico, accanto a Gilles Lellouche nel ruolo di Obélix.
Con questo film, l’attore e regista 51enne ha accettato una sfida famosa! Ripensa a questa straordinaria avventura.
Le avventure di Asterix e Obelix facevano parte della tua infanzia?
SÌ ! Mio padre possedeva quasi tutti i fumetti di Asterix ed erano i suoi album, li leggeva da solo, oltre a condividerli con me e le mie sorelle. È davvero toccante oggi quando tocca a me leggerli con i miei figli. Questo è uno dei motivi per cui ho intrapreso questo progetto: poter finalmente realizzare un film per loro e per tutti i bambini.
Oltre ad aver co-scritto e diretto il film, interpreti Asterix…
All’inizio non lo volevo! Quando ho sviluppato la storia e i personaggi, volevo davvero interpretare Cesare. Così ho cominciato a scrivere il ruolo di un depresso, perdutamente innamorato di una Cleopatra (interpretata da Marion Cotillard, ndr) che ha appena conquistato il mercato cinese, mentre deve accettare di farsi conoscere “solo” nel suo impero europeo. Forse ho visto alcune somiglianze con la mia vita. Mi ha fatto ridere vedere le cose come una sorta di sequel di “Rock’n’Roll” (2017). Ma in effetti, parlandone con Gilles Lellouche (che non era ancora considerato per interpretare Obélix), ci siamo resi conto che giocare nuovamente su questo registro con Marion rischiava di risultare un po’ ripetitivo. Poi ho pensato a Vincent Cassel con cui desideravo lavorare da molto tempo. E lì l’ho visto in César: è pazzesco, ha il profilo del personaggio dei fumetti, questo lato felino, l’età per interpretare il ruolo, la presenza e poi mi sono detto che con Marion sarebbe stato fantastico .
E alla fine, hai accettato di interpretare Asterix…
Sì, perché ho capito che ci volevano un paio di attori simpatici per interpretare Asterix e Obelix, ed è stato allora che ho pensato a Gilles. Ciò significava che sarebbe ingrassato, ma sapevo che aveva ciò che era essenziale per un personaggio del genere: la capacità di interpretare qualcosa dell’infanzia, dell’ingenuità, quasi della poesia…
Questo articolo è apparso su Le Télépro il 14/11/2024