La CPI è stata istituita nel 2002 e ha il compito di perseguire individui per crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra.
Sebbene la Corte penale internazionale sia indipendente dalle Nazioni Unite, è approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e mantiene un accordo di cooperazione con l’ONU. Quando un caso non rientra nella giurisdizione della CPI, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può deferirlo alla CPI.
La Corte può indagare su presunti crimini commessi sul territorio, o da un cittadino, di qualsiasi Stato che abbia accettato la giurisdizione della Corte firmando lo Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la CPI. Qualsiasi Stato membro può chiedere al procuratore della CPI di avviare un’indagine.
Poteri chiave mancanti: Più di 120 paesi sono firmatari dello Statuto di Roma, ma Israele non lo è, così come non lo sono alcune grandi potenze tra cui Stati Uniti, Russia, Cina e India. Sebbene la Corte penale internazionale non possa eseguire gli arresti, gli stati firmatari sono obbligati ad arrestare coloro che si trovano ad affrontare mandati di arresto.
Alla luce della decisione della Corte penale internazionale di giovedì, tutti i paesi membri sono obbligati ad arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant qualora mettessero piede nel loro territorio.
La Corte penale internazionale ha già emesso mandati di arresto contro l’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, Saif Gheddafi, figlio del defunto leader libico Moammar Gheddafi e, più recentemente, il presidente russo Vladimir Putin.
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