Il gesto di Macron “per la memoria attaccata da Milei”

Il gesto di Macron “per la memoria attaccata da Milei”
Il gesto di Macron “per la memoria attaccata da Milei”
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“Concordanze e divergenze”, così scrive il grande quotidiano argentino La nazione riassume la visita del presidente francese Emmanuel Macron a Buenos Aires, sabato 16 e domenica 17 novembre.

Organizzata poco prima del vertice del G20 in Brasile, questa visita nel paese dell'ultraliberale Javier Milei mirava, al di là dei legami commerciali, “per riaffermare la buona intesa tra i due presidenti che si sono incontrati lo scorso luglio a Parigi in occasione dell'apertura dei Giochi Olimpici”, spiega il giornale, che parla di una cena “cordiale e rilassato” la notte scorsa. Questa domenica, dopo un incontro bilaterale, i due uomini si sono salutati fianco a fianco dal balcone della Casa Rosada, sede della presidenza argentina.

Tuttavia, “Il programma del presidente francese comprendeva altri temi, come la preoccupazione per il cambiamento climatico, che l'Argentina minimizza, e un omaggio ai francesi dispersi dell'ultima dittatura, un gesto che contrasta con la visione che i detentori del potere hanno degli eventi in Argentina durante il 1970”.

“Messaggio contro il negazionismo”

Con sua moglie, Emmanuel Macron si è recato domenica mattina nella chiesa di Santa Cruz dove, “come è previsto nel programma tradizionale di ogni dignitario francese in visita in Argentina, sono stati deposti fiori in omaggio a una ventina di francesi scomparsi e assassinati durante l'ultima dittatura militare argentina [1976-1983]in particolare le suore Léonie Duquet e Alice Domon, scomparse nel dicembre 1977”. A Casa Rosada, invece, si è sostenuto così “è un’attività privata e non bilaterale”, relè La Nación, “un modo per prendere le distanze con discrezione da questo omaggio”.

Più di altri titoli è il giornale di sinistra Pagina 12 che sottolinea particolarmente questo omaggio, vedendo in esso “un messaggio contro il negazionismo” et “a favore della memoria, della verità e della giustizia, pilastri attaccati dal governo di Javier Milei”. “Questa parrocchia è emblematica, spiega il quotidiano argentino perché è stato lì che Alfredo Astiz, un organizzatore della repressione visitato dai deputati del campo di Javier Milei, ha denunciato le suore e madri di Plaza de Mayo francesi che dovevano essere rapite […] poi gettato vivo in mare”.

“L’Angelo della Morte”, condannato all’ergastolo, ha ricevuto lo scorso luglio in carcere la visita di sei deputati, che ha suscitato grande commozione nelle famiglie dei francesi scomparsi, racconta inoltre Pagina 12. Prima di concludere: “Resta da vedere come Milei digerirà un gesto come questo, mentre continua a radicalizzare la sua linea a livello internazionale per posizionarsi come antagonista dei diritti”.

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