Il Ministero dell’Urbanistica si pronuncia, nel seguente comunicato inviato alla nostra redazione, contro le affermazioni xenofobe nei confronti degli stranieri nella gestione dello stato civile senegalese. I dati ufficiali sfatano le accuse: in Senegal risiedono solo 207.791 stranieri, ovvero l’1,1% della popolazione totale. La frode documentaria, lungi dall’essere diffusa, rappresenta solo l’1,73% delle richieste di carte d’identità nazionali. Il sistema è rigorosamente supervisionato dal sistema giudiziario, con controlli regolari dei registri da parte dei presidenti dei tribunali e dei pubblici ministeri.
“Comunicato
Una persona di nome Tahirou Sarr si è recentemente distinta sui media e sui social network per uscite intempestive rivolte contro gli stranieri, che rischiano di disturbare la pace e la coesione sociale nel nostro Paese. Di fronte a questi eccessi è apparso necessario che l’Ufficio preposto allo stato civile ristabilisse la verità sulle affermazioni del signore, del tutto errate.
Si tratta di aspetti relativi, tra l’altro, alla trascrizione di fatti di stato civile riguardanti gli stranieri nei registri di stato civile senegalesi e alla vendita di atti di stato civile.
– Registrazione dei fatti di stato civile di interesse per gli stranieri
Per quanto riguarda l’iscrizione dei fatti di stato civile riguardanti gli stranieri nei registri di stato civile del Senegal, è opportuno richiamare le disposizioni della legge n. 72-61 del 12 giugno 1972 relativa al Codice di famiglia, in particolare l’articolo 43, che prevede che “ogni nascita o morte riguardante uno straniero rinvenuta in Senegal deve essere dichiarata all’ufficiale di stato civile senegalese” nelle forme e condizioni previste dall’art. detto codice.
L’iscrizione anagrafica è quindi una procedura obbligatoria per chiunque abbia avuto un evento di stato civile avvenuto sul territorio nazionale. Pertanto, gli stranieri che risiedono o soggiornano temporaneamente in Senegal sono soggetti alle procedure di registrazione dei fatti di stato civile che li riguardano presso l’anagrafe senegalese allo stesso titolo dei cittadini nazionali.
Questa registrazione mira soprattutto a regolarizzare lo status amministrativo di questi eventi sul territorio senegalese. I contribuenti sono tenuti a far trascrivere la nascita presso la loro rappresentanza diplomatica o consolare per garantirne il riconoscimento nel Paese di origine.
Lo stesso approccio vale per i senegalesi nati all’estero e dichiarati nei registri di stato civile del Paese ospitante, nella forma utilizzata da quel Paese. Tali atti fanno fede e sono trascritti nello stato civile senegalese.
Secondo l’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni (RGPH-2023), tra i 18.126.390 individui residenti in Senegal, 207.791 sono di nazionalità straniera, ovvero l’1,1% contrariamente alle cifre fornite dal Sig. SARR. Infine, è importante chiarire che la semplice nascita in Senegal non conferisce la nazionalità senegalese.
Infatti, per essere senegalesi per legge, è necessario nascere in Senegal da padre nato in Senegal o da madre nata in Senegal, conformemente a quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, della legge n. 61. -10 del 7 marzo, 1961 determinazione della nazionalità senegalese.
– La vendita dei documenti di stato civile senegalesi agli stranieri
Tra i temi più discussi da Sarr c’è la vendita degli atti di stato civile senegalesi agli stranieri.
Va ricordato che il mantenimento dello stato civile in Senegal è soggetto ad uno stretto controllo da parte delle autorità giudiziarie, in questo caso del presidente del tribunale distrettuale e del pubblico ministero. In primo luogo, qualsiasi registro deve essere elencato e siglato prima di qualsiasi utilizzo da parte del presidente del tribunale distrettuale. Poi, il giudice, secondo quanto previsto dall’articolo 35 del Codice della famiglia, procede una volta all’anno, e ogni volta che lo ritenga necessario, alla verifica dei registri di stato civile dell’anno in corso recandosi nei diversi centri del suo territorio. giurisdizione.
Lo stesso dicasi per il pubblico ministero il quale, ai sensi del citato articolo 35, è tenuto, all’atto della presentazione all’anagrafe dei duplicati dei registri di stato civile, a verificarne lo stato.
È necessario inoltre informare che le procedure legali per la ricostituzione degli atti di stato civile deteriorati o mancanti sono previste dai testi vigenti, sia che si tratti di un atto isolato, di un registro o* di entrambi i registri, qualunque sia la causa del deterioramento, distruzione o scomparsa (cattiva conservazione, incendi, intemperie, atti vandalici, ecc.). Questa ricostituzione, a seconda dei casi, avviene o per via legale o per via amministrativa (scomparsa delle due copie di un registro).
È innegabile che possano verificarsi casi di frode nel nostro stato civile. È bene notare, però, che si tratta soprattutto di soggetti disonesti che, talvolta, si spacciano per ufficiali o agenti di stato civile e assegnano, dietro compenso, numeri di registro e di stato civile falsi.
Alle persone che traggono vantaggio da questi atti fittizi, alcuni dei quali in buona fede, non possono essere rilasciate, legalmente, copie ed estratti dei loro atti.
Le procedure legali previste dai testi vigenti consentono la restituzione dei diritti ai veri titolari degli atti di stato civile.
Questa frode documentale, secondo i dati ricevuti dalla Direzione File Automation (DAF), rappresenterebbe solo l’1,73% dei documenti ricevuti ai fini della costituzione della carta d’identità nazionale e lo 0,37% di tutti gli atti di nascita ricevuti.
– In corso un vasto progetto di digitalizzazione per facilitare e garantire l’accesso allo stato civile
Seguendo la visione di Sua Eccellenza Sig. Bassirou Diomaye Diakhar Faye, Presidente della Repubblica del Senegal, per la dematerializzazione delle procedure amministrative e su istruzioni del Primo Ministro Ousmane Sonko, il Ministero dell’Urbanistica, delle Comunità Territoriali e dei Territori di Sviluppo Urbano, attraverso l’Agenzia nazionale dello stato civile, sta accelerando il processo di modernizzazione dello stato civile.
Infatti, per ridurre la frode documentaria, o addirittura annientarla, lo Stato del Senegal si inserisce in un processo di creazione di un sistema di stato civile efficiente, moderno, affidabile, sicuro e accessibile, in particolare grazie alla digitalizzazione.
Il processo avviato ha consentito:
– la digitalizzazione e l’indicizzazione di oltre ventimilioni (20.000.000) di atti di stato civile e la loro migrazione nell’Anagrafe nazionale dello stato civile
(RNEC), creato per centralizzare i dati sullo stato civile di tutti i senegalesi, che sono archiviati nei data center statali. Il nuovo software di gestione dello stato civile (LGEC) messo a disposizione di trecentosessanta (360) centri di stato civile interconnessi alla intranet governativa, fornisce l’accesso al RNEC e consente a funzionari e agenti di registrare e consegnare documenti in completa sicurezza. Ad oggi sono stati formati al suo utilizzo più di millecento (1100) ufficiali e agenti di stato civile; garantire la tutela dei dati personali, l’attendibilità e l’autenticità degli atti;
– garantire il sistema di stato civile digitalizzato con lo sviluppo di una politica di sicurezza del sistema informativo sullo stato civile (PSSI-EC) e di una strategia statale di protezione dei dati personali civili. Allo stesso modo, l’implementazione della firma elettronica e del codice QR nel LGEC, così come la tracciabilità di tutte le operazioni effettuate nell’applicazione, l’identificazione dei loro autori, assicurata dall’assegnazione di un account individuale e di un identificatore specifico per ciascun intervento agente,
– la creazione di una piattaforma di servizi agli utenti che consenta a chiunque di richiedere online, attraverso un trattamento rapido e sicuro, copia o estratto del proprio atto di stato civile. A breve è previsto l’avvio della fase di prova, con i comuni pilota già individuati.
Pertanto, l’introduzione di questi processi informatici costituisce oggi uno dei mezzi adottati dal Governo per facilitare l’accesso degli utenti allo stato civile ma anche per combattere efficacemente la frode documentaria.
In definitiva, chiediamo maggiore moderazione e responsabilità nei messaggi trasmessi sui social network che mirano a stigmatizzare le comunità e fomentare l’odio verso gli stranieri. Rassicuriamo inoltre i senegalesi sugli sforzi compiuti dallo Stato per proteggere i loro dati di stato civile, rendendoli al tempo stesso più accessibili.”