Damso torna nei negozi prima del previsto. Mentre lo affermava lo scorso luglio BĒYĀH, previsto per maggio 2025, era il suo prossimo album – e anche l'ultimo -, il rapper belga ha pubblicato questo venerdì una nuova opera intitolata Ho mentito e prodotto in modo del tutto indipendente poiché non ha più una casa discografica. “Posso fare quello che voglio, come voglio, quando voglio. Non voglio chiedere il permesso a qualcuno per la mia musica, nella quale metto tutta la mia anima.”spiega in una lunga intervista a Le Parisien/Aujourd’hui en France.
Damso sul suo autismo in Ho mentito
“Il mio microfono è il mio migliore amico. Con lui ho costruito un rapporto, un po’ come con una persona cara a cui puoi raccontare tutto”.confida colui che si arrende come mai prima in questo disco. Lo menziona in particolare, nella canzone DI DAMASCOil disturbo che alcuni gli hanno sempre diagnosticato. “Da quando avevo 4 anni mi è stato detto in modo peggiorativo, o che sono HPI, o autistico, o sulla luna, insomma nelle mie cose. (…) Mi è stato detto per molto tempo che ho la sindrome di Asperger, ma in modo peggiorativo. Quando sono andato a cercare informazioni, infatti, è vero che mi somigliava per piccole cose come questa forma di concentrazione sulle cose e una sorta di incompatibilità sociale”precisa il rapper, specificandolo “non è mai andato molto lontano nella riflessione”.
Damso e il suo sentimento mentale
Senza filtri, Damso racconta ai colleghi anche il suo disagio e i suoi lunghi periodi di depressione. “Sono stato così buio a volte che avrei preferito non esistere. Ma i momenti di depressione sono meno di prima, è come un microclima. Devi solo adattarti a questi momenti e io lo faccio in modo pacifico. non importa quando piove o quando fa un po' caldo. Prima faticavo, volevo sempre il sole, oggi ho cambiato pensiero: sono felice di provare tutte queste emozioni, perché fa tutto più forte”, ammette, assicurando che oggi si sente meglio “moralmente, mentalmente e fisicamente”. “JMi sono messa in discussione, ho avuto intorno a me tante persone morte in poco tempo e ho semplicemente capito che non bisogna vivere per le persone, ma per sé stessi. Perché quando partiamo, partiamo soli”.
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