Colloquio
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Per lo specialista di politica americana, la distanza del Partito Democratico americano dalle classi lavoratrici era troppo grande per sperare di riconquistare una parte di questo elettorato.
Non intende aspettare il suo insediamento il 20 gennaio per imporre la sua impronta alla Casa Bianca. Una settimana dopo la sua elezione per un secondo mandato alla guida degli Stati Uniti, Donald Trump ha già rivelato i nomi di alcuni fedelissimi che comporranno la sua amministrazione e ha fatto una telefonata a Vladimir Putin, cosa che il Cremlino smentisce.
Per Amy Greene, politologa franco-americana, docente a Sciences-Po ed esperta associata all'Istituto Montaigne, il 47esimo presidente degli Stati Uniti sta già cercando di staccarsi da Joe Biden, sebbene sia ancora in carica. Secondo l'autore di L’America affronta le sue fratture (Tallandier, 2024), le lezioni da trarre da questa nuova debacle per il Partito Democratico sono numerose, prima fra tutte la sua incapacità di parlare del portafoglio americano.
Donald Trump ha chiesto ai senatori di esentarlo dall'approvazione, in linea di principio obbligatoria, per nominare i più alti funzionari della sua futura amministrazione. È questo un modo per aggirare le istituzioni?
Questo entusiasmo è abbastanza insolito. Normalmente, il processo di transizione è molto graduale. È paragonabile al gioco ministeriale in Francia: i nomi trapelano per essere testati, le personalità si posizionano per essere tra questi
