Tale importo corrisponde ai danni che l’ex primo ministro è stato condannato a pagare all’Assemblea nazionale insieme alla moglie Penelope e al suo ex vice Marc Joulaud, nel 2022.
Diversi mesi dopo la sentenza della Corte di cassazione che aveva giudicato definitiva la sua colpevolezza nella vicenda dei lavori fittizi di sua moglie Pénélope, François Fillon si è offerto di pagare quasi 700.000 euro all’Assemblea nazionale. La proposta risale a diversi mesi fa, secondo il suo avvocato, Me Antonin Lévy, che ha confermato l’informazione a Franceinfo martedì 12 novembre.
Ciò è avvenuto, secondo il Consiglio, poco dopo la sentenza della Corte di cassazione, del 24 aprile, che ha ordinato una nuova udienza per riesaminare le sanzioni inflitte a François Fillon.
«Perché se la Corte di Cassazione ha ritenuto definitiva la sua colpevolezza, non ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione di cui un anno, la multa di 375.000 euro e la condanna a dieci anni di ineleggibilità», riferiscono i colleghi, precisando che la L’udienza è fissata per il 25 novembre.
L’ex primo ministro propone di restituire questa somma, esattamente 679.989,32 euro, in dieci anni. Tale importo corrisponde ai danni che è stato condannato “congiuntamente” a pagare all’Assemblea nazionale insieme alla moglie Penelope e al suo ex deputato Marc Joulaud dalla Corte d’appello di Parigi il 9 maggio 2022: 679.989,32 euro a cui vanno aggiunti 10.000 euro nelle spese legali, precisa Bfmtv.
“Penelopegata”
L’affare “Penelopegate”, avvenuto durante la campagna per le elezioni presidenziali francesi del 2017, riguardava i sospetti di un impiego fittizio che coinvolgeva Penelope Fillon, moglie di François Fillon. Tutto è iniziato con un articolo su Le Canard chainé del 25 gennaio 2017.
Il quotidiano afferma in particolare che Penelope Fillon è stata pagata 500.000 euro lordi per lavori come addetta parlamentare presso suo marito e il suo vice Marc Joulaud tra il 1998 e il 2007 e nel 2012. Ma anche 100.000 euro lordi tra il 2012 e il 2013 per un lavoro come consulente letterario di la Revue des Deux Mondes.
I fatti contestati da François Fillon.
La Procura nazionale delle finanze (PNF) ha quindi aperto un’indagine preliminare per appropriazione indebita di fondi pubblici, uso improprio di beni aziendali e occultamento di tali reati.
Questa vicenda, secondo lui stesso, gli costò l’adesione all’Eliseo.
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