Giornalista
10 novembre 2024 (modifica alle 17:04) – ROMA
La Roma di Juric finisce come peggio non poteva finire, con l’ennesima figuraccia e una contestazione totale. I giallorossi cadono in casa anche contro il Bologna per 2-3, inanellando l’ennesimo scivolone di una gestione assurda. Juric lascia il peggiore dei ricordi, fischiatissimo come nessun altro ad inizio gara. Il Bologna, invece, porta a casa tre punti importanti e meritati, segnando anche tanto rispetto ai suoi standard. Castro è il migliore dei suoi, apre le danze e regala un cioccolatino a Orsolini sul secondo gol, a cui poi fa seguito la rete di Karlsson. Per la Roma l’inutile doppietta di El Shaarawy e la fine del percorso di Juric. L’allenatore croato è ai saluti, in settimana si aspetta il nuovo tecnico giallorosso.
Decidi Castro
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Si inizia tra i fischi e stavolta a stravincere è Juric, molto più acclamato (si fa per dire) di Celik e Cristante. Il croato, del resto, insiste su tutti i suoi errori, ad iniziare da Angelino braccetto, fatto a pezzi da Orsolini nel corso di tutto il primo tempo. Con Dybala restano a casa anche Zalewski e Pellegrini, ufficialmente per febbre e risentimento muscolare. Pisilli marca a uomo Freuler e Cristante va su Pobega, ma più in generale il Bologna ha un’anima e un gioco, la Roma no. L’unica idea di Juric è la palla lunga di Svilar su Dovbyk, sperando poi in qualcosa nella metà campo avversaria. Una povertà assoluta, che infatti porta solo ad un tiro da fuori di Pisilli, facile preda di Skorupski. Per il resto è solo Bologna: prima Miranda da fuori, poi Ndoye che sfiora il gol sul secondo palo su iniziativa di Orsolini, con lo svizzero che si fa anche male alla tibia sinistra sbattendo sul palo. Quindi al 25’ arriva il gol, inevitabile, con Castro che insacca in mischia, sfruttando gli errori prima di Mancini e poi di Celik. La reazione della Roma è tutta in uno strappo di Koné (uno dei pochi a salvarsi), con Soulé che calcia sulla traversa da ottima posizione. E allora la Sud sciopera: smette di tifare, ammaina le bandiere, in molti lasciano lo stadio in anticipo e gli unici cori sono per Hummels. La Roma di Juric è oramai liquefatta, il Bologna può gestire come vuole.
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A picco
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Nella ripresa i giallorossi sembrano inermi, senza la forza di reagire. L’Olimpico è silente è sempre più vuoto, Juric si gioca le carte Shomurodov e Dahl (all’esordio assoluto). A rialzare la Roma ci pensa allora El Shaarawy, che prima sfiora la traversa e poi insacca di testa, con la complicità di Skorupski. Ma è una gioia che dura poco, se non niente. Perché il Bologna torna subito avanti, con Orsolini che a campo aperto si prende gioco ancora una volta di Angelino e sigla l’1-2 (con deviazione decisiva dello spagnolo). Skorupski si riscatta su Ndicka su angolo, arriva anche il primo gol italiano di Dallinga, annullato però per un fallo di mano. Il terzo gol ospite arriva però lo stesso poco dopo con Karlsson, su assist di Miranda. El Shaarawy trova la forza di fare il 2-3 con un bel destro sotto l’incrocio, Dallinga in pieno recupero sfiora il quarto gol e poi tutti a casa. Il Bologna esulta, la Roma sprofonda.
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