Molti di voi ci pongono questa domanda da ieri (e anche dall'apertura di questa diretta, un mese fa). Ecco le nostre risposte.
Dichiarato vincitore, Donald Trump intende essere protetto da procedimenti legali. Un ultimo ostacolo tuttavia lo attende il 26 novembre a New York prima del suo ritorno ufficiale alla Casa Bianca il 20 gennaio: la pronuncia della sentenza nell'unico dei suoi quattro processi penali che i suoi avvocati non sono riusciti a rinviare oltre il 2024.
Ritenuto colpevole di 34 reati dal sistema giudiziario dello Stato di New York “falsificazione contabile aggravata per nascondere un complotto volto a pervertire le elezioni del 2016”teoricamente rischia fino a quattro anni di carcere. Questo caso riguarda il pagamento di 130.000 dollari, mascherati da spese legali, all'attrice di film pornografici Stormy Daniels, per mettere a tacere una relazione sessuale nel 2006, cosa che Donald Trump nega.
Ma l’ipotesi che il giudice gli imponga una pena detentiva, in caso di prima condanna penale, appare ormai altamente improbabile di fronte alle insormontabili difficoltà pratiche che l’incarcerazione di un presidente eletto e poi attuale porrebbe.
Per quanto riguarda i due procedimenti federali contro di lui, Donald Trump potrebbe ordinare legalmente la fine del procedimento contro di lui non appena sarà insediato, nel gennaio 2025.
Il candidato repubblicano aveva dichiarato alla fine di ottobre che, se eletto, “gira in due secondi” il procuratore speciale incaricato di questi due casi, Jack Smith, che si concentra sui presunti tentativi illeciti di Donald Trump di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e sul trattenimento di documenti riservati dopo la sua partenza dalla Casa Bianca.
Ancora una volta il presidente, Donald Trump, potrebbe nominare un nuovo procuratore generale che licenzi Jack Smith, o semplicemente ordinare al suo Dipartimento di Giustizia di ritirare le accuse. Senza attendere il trasferimento dei poteri, mercoledì il procuratore speciale e il ministero della Giustizia hanno avviato colloqui con l'obiettivo di fermare il procedimento, hanno riferito diversi media americani. Ma da più di cinquant’anni il dipartimento ha adottato una politica che prevede di non perseguire penalmente un presidente in carica.
Rimangono i procedimenti giudiziari in Georgia, dove Donald Trump è perseguito insieme ad altre 14 persone per fatti simili a quelli del suo caso federale a Washington, ai sensi di una legge di questo stato chiave sulla criminalità organizzata. Anche se rieletto, non potrà né graziarsi né ottenere la caduta delle accuse in questo caso.