CONTRAPUNTO – Quanto più gli avversari di Marine Le Pen la definiranno “fascista”, come hanno fatto con lui quelli di Donald Trump, tanto più si condanneranno alla sconfitta.
Rifiutato dalle “élite”, ma eletto dal popolo. Trattato come “fascista” ma vittorioso senza invocare il suffragio universale. Presentato come il “diavolo” assoluto dagli autoproclamati sostenitori della virtù democratica. Il caso Trump ha qualcosa che può far luce sul dibattito politico francese.
Innanzitutto c’è questo divario colossale tra i canali d’opinione, mediatici, culturali o meno, e la stessa opinione pubblica che chiaramente lo ha preferito a Kamala Harris. Il che non dovrebbe portare a interrogarsi sulla presunta “colpa” dell’elettorato ma sulla rappresentatività di chi detiene il sopravvento. C’è sempre un paradosso nel ergersi a difensore della democrazia deplorando l’espressione del suffragio universale. C'è poi la capacità di Donald Trump non solo di sedurre un elettorato popolare che non era il naturale vivaio dei repubblicani, ma anche di convincere le “minoranze” che i suoi avversari avevano comunque…
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