A sei giorni dalle devastanti alluvioni che hanno colpito la Spagna, la priorità resta quella di localizzare i dispersi, il cui numero preciso non è mai stato comunicato dalle autorità.
Una squadra della TF1 è andata incontro ai soccorritori, preoccupati per la situazione nei numerosi parcheggi sotterranei, completamente allagati e non ancora completamente ispezionati.
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Inondazioni mortali in Spagna
Avanzano nel buio più totale di un parcheggio sotterraneo. “RAS”dice uno di questi soccorritori, rompendo il finestrino di un'auto, alla ricerca di potenziali dispersi. A bordo di un'imbarcazione, ogni angolo del parcheggio allagato del centro commerciale Aldaia, il più grande della regione di Valencia con i suoi 5.800 posti, viene ispezionato dai vigili del fuoco.
È chiaro che il numero delle vittime continuerà ad aumentare
Almudena Vidal, post-parole della guardia civile
Sei giorni dopo le inondazioni che hanno provocato almeno 217 morti in Spagna, i servizi di emergenza hanno continuato lunedì le loro ricerche nella regione di Valencia, dove le autorità temono ancora che il bilancio delle vittime aumenti. “Ci sono sicuramente più vittime, perché ci sono ancora zone a cui non possiamo accedere. Stiamo lavorando notte e giorno per raggiungerle”afferma Almudena Vidal, portavoce della Guardia Civil.
“Non possiamo comunicare il numero delle persone scomparse . Ma è chiaro che il numero delle vittime continuerà ad aumentare.”continua il gendarme spagnolo nella relazione in apertura di questo articolo. La forza dei torrenti ha spinto le auto nei burroni, o addirittura fatto crollare i ponti. Le zone colpite sono così numerose che i servizi di emergenza non possono intervenire ovunque.
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Di fronte all’emergenza i residenti si organizzano. Sui social network si moltiplicano a decine le pubblicazioni in cui le famiglie cercano i propri cari scomparsi. Nel villaggio di Picanya, Azucena Brisa cerca i suoi genitori di 71 e 75 anni. La loro casa è stata devastata dalle alluvioni. “La corrente era troppo forte”dice il sopravvissuto, indicando una traccia che mostra quanto l'acqua si è alzata nella casa durante queste inondazioni mortali.
Un vicino afferma di aver visto i genitori di Azucena uscire di casa prima di essere travolti dalla corrente. Da loro la giovane poi non ebbe più notizie. “Ho chiamato gli ospedali, i gendarmi, la polizia nazionale e quella municipale, ho chiamato il municipio, ma nessuno ha risposto, ho provato rabbia, odio e tristezza”. testimonia Azucena.