Top 14 – “Se continua così, non sarà lontano dal ritrovare la squadra francese”: ritorno in carriera da sogno per Oscar Jegou (La Rochelle)

Top 14 – “Se continua così, non sarà lontano dal ritrovare la squadra francese”: ritorno in carriera da sogno per Oscar Jegou (La Rochelle)
Top 14 – “Se continua così, non sarà lontano dal ritrovare la squadra francese”: ritorno in carriera da sogno per Oscar Jegou (La Rochelle)
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Tutti gli occhi erano puntati su di lui. Ancora nei guai con la giustizia argentina, Oscar Jegou ha saputo ignorare il contesto extra-sportivo per firmare sabato un clamoroso ritorno in partita con il suo club La Rochelle. Storia di una serata che la terza fila internazionale non poteva sperare migliore.

“Mi chiedevo come sarebbe stato accolto… Onestamente, sono così felice per lui!” Alexandre Kaddouri era nella posizione migliore intorno alle 19:45 di sabato, quando ha tagliato la strada a una folla di Deflandre che ha lanciato “Vieni Oscar!” », per valutare l'inizio della giornata successiva del suo (caro) amico Oscar Jegou. Un sabato sera da Marcel, il giardino di una vita, dove la terza fila dello Stade Rochelais ha ripreso molto presto – e in che modo – il filo di una carriera interrotta dal caso aggravato di stupro in Argentina in cui resta coinvolto con il Palois Hugo Auradou, in mancanza di un licenziamento tanto inevitabile quanto non passerà molto tempo prima che venga pronunciato.

Se la dirigenza del club Caravel aveva deciso nel corso della settimana di non seguire finalmente più il traballante calendario legale per rilanciare il suo protetto, che non ha mancato di agitare la sfera pubblica, non è rimasta delusa da questa inversione di tendenza. Nemmeno Deflandre. E ancor meno il diretto interessato, impaziente di dare battaglia con una palla ovale e avversari in pantaloncini corti. Questo è stato strabiliante, durante una prestazione maiuscola, degna del migliore in campo, punteggiata da un'ovazione dalla tribuna. Decine di “Je-gou”, “Je-gou”, “Je-gou”. Il primo dei quali è risuonato fin dall'ora di gioco, inoltre, per salutare la sua meta sinonimo di bonus offensivo. E questo cuore poi disegnato dal nativo di La Rochelle con le sue dita. L'immagine suggestiva di una serata più che perfetta, che questo tifoso ha incontrato nel picchetto d'onore anticipava “molto importante per lui, perché ha sofferto.”

Fiducia e onnipresenza

Da sempre, Oscar Jegou aveva ovviamente bisogno di verbalizzare. Quando, per esempio, si precipitò ad arringare con rabbia i compagni venuti a turbare un maul (55°). Quando esultò anche lui, da vincitore del Grande Slam, nell'ultimo braccio di ferro. Come a voler, al di là del successo di La Rochelle, sfogare tutta la frustrazione accumulata dopo lunghe settimane di nascondino quando l'amico e co-accusato Hugo Auradou era già alla quinta presenza sportiva dalla “notte di Mendoza”.

“Oscar era semplicemente felice di suonare, testimonia Kaddouri, pilastro del suo Stato. Aspettava da un po' di tornare a giocare”. E nonostante i riflettori siano naturalmente puntati su di lui, gli affari in corso richiedono, “Pensava più alla sua partita che a quello che sarebbe successo intorno ad essa.” “Ha questa capacità, completa il suo amico di terza fila Matthias Haddad-Victor, mettere le cose in prospettiva ed essere in grado di esprimersi con totale sicurezza in campo.” Entrata pulita in touch, Jegou ha subito guadagnato slancio con una gara autoritaria nella sua metà campo (18e). Fino ad allora correndo ovunque, con tutte le belle mosse.

Leyds parla del Blues

“E se mi aspettassi che durasse 80 minuti? Nessun problema! E' leggero, ma il suo cuore…”, Donnacha Ryan ride uscendo dallo spogliatoio e”un bel momento trascorso con i nonni di Oscar”. E l'allenatore degli attaccanti del La Rochelle era entusiasta: “Che partita! È un grande giocatore. Ma non è una sorpresa perché abbiamo il privilegio di vederlo evolvere ogni giorno. È molto lucido. Nelle ultime tre settimane era molto motivato, molto efficiente nelle sue qualità in allenamento. Il suo bodybuilding il lavoro era evidente dato il suo impatto sul campo. (Van Der Mescht lo può attestare nel 30, ndr). Non è affatto una coincidenza che abbia segnato una meta.”

A un passo dal raddoppio, spinto all'ultimo minuto in touch a 5 metri dalla porta parigina (58esimo), oltre ad essere direttamente coinvolto nei primi due gol della sua squadra, Oscar Jegou ha stupito tutti. “È enorme, insiste Dillyn Leyds, capitano della serata. Siamo molto orgogliosi di lui. Ha passato un periodo difficile negli ultimi due, tre mesi, ma noi gli siamo sempre stati dietro. Deve essere orgoglioso della sua prestazione. Se continua così non sarà lontano dal ritrovare la Francia. Lo spero per lui”. Scadenze rimanenti fino ad allora. Inclusa una maiuscola, di natura giudiziaria.

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