La Corea del Nord continua il suo sforzo per distruggere i simboli della riunificazione con il Sud

La Corea del Nord continua il suo sforzo per distruggere i simboli della riunificazione con il Sud
La Corea del Nord continua il suo sforzo per distruggere i simboli della riunificazione con il Sud
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Martedì 15 ottobre il regime nordcoreano ha distrutto tratti della strada che collega le due Coree. In un contesto di tensioni crescenti esacerbate dall’invio a Pyongyang – imputato al Sud – di droni carichi di volantini critici nei confronti del leader Kim Jong-un, il Nord sembra determinato a eliminare ogni simbolo di impegno a favore della riunificazione.

In risposta, il Sud ha lanciato attacchi di artiglieria nei pressi della zona smilitarizzata (DMZ), che separa la penisola dalla fine della guerra di Corea (1950-1953). L’esercito “monitora da vicino le attività militari del Nord”.

Le strade distrutte sono quelle di Gyeongui, a ovest, e Donghae, a est. Costruiti nel 2003 nel pieno della cosiddetta politica “sunshine” di riavvicinamento intercoreano, hanno permesso di collegare il sud al complesso industriale di Kaesong e al sito turistico del monte Kumgang, entrambi a nord.

“Due stati ostili”

La loro distruzione riflette il desiderio di Kim Jong-un di separare ulteriormente le Coree, che alla fine del 2023 ha descritto come “due stati ostili”. Da allora il Nord ha rimosso le luci e installato mine lungo queste strade. I soldati li hanno dotati di strutture anticarro e filo spinato. La settimana scorsa, l’esercito nordcoreano ha annunciato un piano in tal senso “separarsi completamente” le due Coree. Ha informato l’esercito americano della distruzione per farlo“prevenire ogni errore di giudizio e ogni conflitto accidentale”.

L’iniziativa del Nord si colloca in un contesto di comunicazione in stallo e di tensioni persistenti, addirittura crescenti. Pyongyang continua i suoi test missilistici e continua a rafforzare i suoi legami di sicurezza con la Russia. L’Ucraina accusa Pyongyang di fornire non solo armi, ma anche uomini a Mosca per sostenere lo sforzo bellico russo.

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Le tensioni sono aumentate ulteriormente dopo che la Corea del Nord ha affermato l’11 ottobre che il Sud aveva inviato droni su Pyongyang tre volte, il 3, 9 e 10 ottobre – l’anniversario della creazione del Partito laburista al potere. Kim Yo-jong, l’influente sorella di Kim Jong-un, ha minacciato il Sud con un “terribile disastro” se i droni tornassero a sorvolare la capitale.

Il Sud ha negato ogni coinvolgimento. “Non possiamo confermare la veridicità delle accuse della Corea del Nord”ha reagito il ministro della Difesa sudcoreano, Kim Yong-hyun. Il 13 ottobre sul canale pubblico KBS, il consigliere per la sicurezza nazionale Shin Won-sik ha affermato che le accuse di Pyongyang potrebbero essere state inscenate per consolidare il controllo interno sulla popolazione.

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