Haaland-Šeško: paesi piccoli, nove grandi – Nations League – J3 – Norvegia-Slovenia

Haaland-Šeško: paesi piccoli, nove grandi – Nations League – J3 – Norvegia-Slovenia
Haaland-Šeško: paesi piccoli, nove grandi – Nations League – J3 – Norvegia-Slovenia
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Giovedì sera si svolgerà uno dei duelli più grandi della stagione, che però resta condannato all’anonimato generale. Nella Società delle Nazioni, la Norvegia ospita la Slovenia e, se capiamo perché non saranno molti i telespettatori che accorreranno a seguire l’incontro in una serata in cui gioca la Francia, sarà soprattutto l’occasione per vedere Erling Haaland incrociare a ferro e fuoco con Benjamin Šeško. Una partita nella partita tra due centravanti di 95 metri che sono passati dal Salisburgo e rappresentano un Paese che probabilmente non sarà mai protagonista. I grandi attaccanti di piccole nazioni si limitano a partite meno sexy, eliminazioni anticipate e critiche eterne.

Dall’inizio della stagione, i due marcatori sono particolarmente in forma: il norvegese cammina ancora sulle acque con il Manchester City, segnando undici gol in dieci partite, in tutte le competizioni, mentre lo sloveno si diverte finalmente a Lipsia dove ha trovato la rete sei volte in nove partite, di cui tre in Champions League. All’inizio dell’anno scolastico, Benjamin Šeško ha segnato gli unici quattro gol con la sua nazionale, uno contro l’Austria e tre contro il Kazakistan. Il grande pubblico, però, ricorderà solo il suo Euro 2024 molto contrastato, terminato agli ottavi senza un solo gol, e l’assenza di Erling Haaland in Germania.

Marcatori solitari

Tra gli altri paesi che partecipano alla Nations League, molti hanno attaccanti di livello mondiale che devono limitarsi alla gloria solo a livello di club. Robert Lewandowski non ha mai vinto nulla con la Polonia e probabilmente continuerà così; Edin Džeko ha giocato solo un Mondiale con la Bosnia-Erzegovina; Dušan Vlahović e Aleksandar Mitrović si scontrano in Serbia; mentre Patrik Schick vorrebbe essere supportato meglio in Repubblica Ceca. Come esistere quando sei solo sul fronte dell’attacco? Nel calcio selezionato, dove gli allenamenti si contano sulle dita di una mano, è molto difficile trovare automatismi. Anche se Erling Haaland riesce a combinarsi con Martin Ødegaard e Alexander Sørloth, non funziona, proprio come la Svezia di Alexander Isak e Viktor Gyökeres che si è crogiolata e ha perso il treno per l’ultimo Europeo.

Tra i Blu-gialloè quasi una tradizione dopo molti anni in cui Zlatan Ibrahimović ha dovuto tenere a debita distanza un intero paese. Solo che la Svezia si è qualificata ai quarti di finale del Mondiale 2018 senza il miglior marcatore della sua storia. Semplice coincidenza o vera causalità? Quando le stelle sono accusate di vampirizzare il gioco della propria squadra, come Lionel Messi tra il 2016 e il 2021, Cristiano Ronaldo per diversi anni o addirittura Kylian Mbappé durante Euro 2024, il fatto di contare su un giocatore meno dominante per affidare le chiavi del collettivo Potrebbe essere preferibile, e non sarà Andreas Granqvist, capitano svedese che rappresenta l’antitesi di Ibra, a dire il contrario. A contrariole squadre più vincenti sulla scena internazionale non brillano grazie al loro centravanti. Quest’estate, Álvaro Morata, Marcus Thuram e Niclas Füllkrug sono stati schierati in prima linea nell’attacco della loro nazionale, senza essere considerati gli elementi migliori della squadra. I numeri 9 sono sempre meno numerosi nel calcio moderno e riescono ormai a sopravvivere solo nei club o circondati da giocatori molto meno bravi.

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