Presidenza del Rinascimento: due terzi dei presidenti di dipartimento del partito chiedono la candidatura di Gabriel Attal

Presidenza del Rinascimento: due terzi dei presidenti di dipartimento del partito chiedono la candidatura di Gabriel Attal
Presidenza del Rinascimento: due terzi dei presidenti di dipartimento del partito chiedono la candidatura di Gabriel Attal
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Non ancora candidato, Gabriel Attal ha già un vantaggio. In un articolo pubblicato su Opinion, 62 presidenti delle assemblee dipartimentali del Rinascimento chiedono che Gabriel Attal si candidi alla guida del partito del Rinascimento.

Il posto, finora occupato dall’ex ministro dell’Europa e degli Affari esteri Stéphane Séjourné, è ricercato anche da Élisabeth Borne, che ha annunciato la sua candidatura il 21 agosto sulle nostre colonne. “Il partito non vuole essere una scuderia presidenziale. Deve innanzitutto concentrarsi su una riflessione approfondita e sulla mobilitazione degli attivisti”, aveva affermato all’epoca.

Attivismo e aspetto unificante

Gabriel Attal tiene d’occhio la posizione già da diverse settimane, ma non ha ancora annunciato ufficialmente la sua candidatura. Sembra che il duello sia imminente. Gli autori dell’articolo sollecitano comunque il deputato dell’Hauts-de-Seine a proporsi, sottolineando il suo attivismo di lunga data. “Gabriel Attal è sempre rimasto un attivista tra gli attivisti. Anche quest’estate lo ha dimostrato Primo Ministro attivista assumendo pienamente il ruolo di leader della campagna elettorale durante le elezioni legislative”, scrivono i 62 presidenti.

Gli autori sottolineano anche il lato unificante del presidente del gruppo parlamentare, che non appartiene “a nessun movimento” ma è “capace di rappresentarli tutti”. L’eletto dell’Hauts-de-Seine “ha saputo unire ampiamente e portare avanti le nostre convinzioni senza mai sfondare o fratturare la nostra unità. Ha dimostrato la sua capacità di dare vita al collettivo e ravvivarlo”, aggiungono.

Infine, per ragioni di “coerenza e di efficienza”, i 62 presidenti di dipartimenti ritengono che la possibilità “che il leader del nostro partito sia allo stesso tempo presidente del nostro gruppo all’Assemblea nazionale sarebbe un vantaggio inestimabile” per ottenere “molta maggiore coerenza, forza d’impatto e forza di convinzione”.

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