All’inizio di Place publique, Raphaël Glucksmann si concede “nove mesi per crescere”

All’inizio di Place publique, Raphaël Glucksmann si concede “nove mesi per crescere”
All’inizio di Place publique, Raphaël Glucksmann si concede “nove mesi per crescere”
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Di Maël Thierry

Pubblicato il 6 ottobre 2024 alle 16:31aggiornato il 6 ottobre 2024 alle 16:36

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Raphaël Glucksmann, questo 5 ottobre 2024, agli incontri del Public Plae a La Réole (Gironda). THIBAUD MORITZ/AFP

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Reportage Da Réole, in Gironda, dove stava tornando alla ribalta, l’uomo forte della sinistra europea ha detto di voler strutturare il suo partito e un progetto, per farsi trovare pronto in caso di un nuovo scioglimento.

Come salvare la democrazia? Raphaël Glucksmann ama i grandi dibattiti intellettuali ma questa domenica, 6 ottobre mattina, ha una genialità che può essere riassunta in due lettere. Un deputato socialista ha appena spiegato che era necessario restare con i piedi per terra teorizzando la regola delle 3 P: “Pane, paté e politica. » L’eurodeputato ha subito colto l’occasione: “E aggiungiamo due P.” Tra il pubblico tutti capiscono: Piazza pubblica. Il suo movimento, che ha fatto il suo ritorno questo fine settimana in Gironda, ora vuole diventare grande. Il suo copresidente (insieme all’eurodeputata Aurore Lalucq) promette di aumentare di cinque-dieci i membri (che oggi sono più di 10.000), di istituire statuti, un’organizzazione e di mettere un progetto dietro la rivendicata nicchia politica, la socialdemocrazia rivista alla luce del ecologia. La consegna deve avvenire in “nove mesi”data dalla quale Emmanuel Macron potrà nuovamente sciogliersi. E, questa volta “Glucks”, come lo chiamano i suoi sostenitori, vuole farsi trovare pronto.

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A Réole ha già trovato “una roccaforte”. Il sito combina vantaggi ai suoi occhi. Il sindaco, disertore del PS, lo appoggia e mette a disposizione il suo municipio. Queste rive della Garonna sono lontane dalla Francia urbana a cui spesso si riferisce il fondatore della Place publique. E, cosa che non guasta nulla, è stupenda la cornice in cui i simpatizzanti girano indossando una spilla gialla con i colori del nuovo partito: un borgo medievale, che ospita tavole rotonde tra vecchie pietre e piazze lastricate. Abbastanza per sentirti crescere di nuovo le ali.

“Se non hai un dispositivo potente…”

Lo scorso giugno Glucksmann ha subito un colpo alla testa. Si è reso conto, a sue spese, che nonostante il suo quasi 14% alle elezioni europee, non aveva molto peso nei negoziati per suggellare il Nuovo Fronte Popolare. La vicenda si è conclusa tra i leader dei partiti di sinistra. Senza che Place publique possa realmente influenzare il programma e nemmeno la lista dei candidati. L’eurodeputato giura che non lo faremo più. “Se non hai un apparato forte puoi essere il giocattolo degli altri partiti”nota.

Poiché ha grandi ambizioni, e non solo a Bruxelles, vuole che il suo piccolo partito – che oggi resiste grazie al volontariato – si sviluppi. Un Congresso del prossimo anno dovrà tradursi in una vera organizzazione interna. E gruppi di esperti dovrebbero mettere in musica il progetto socialdemocratico rigenerato dalla rivoluzione ecologica. Con un modello inaspettato: poter competere con il lavoro programmatico fornito da France Insoumise. Ma se l’ambizione è chiara, le modalità restano però poco chiare: il copresidente di Place publique non fornisce i nomi degli esperti richiesti. Unico indizio: i relatori invitati a tavole rotonde, come quella sulla sicurezza quotidiana, con in particolare l’ex deputato macronista Sacha Houlié, o la leader del CFDT Marylise Léon, invitata a parlare di lavoro. L’ospite François Ruffin ha rifiutato.

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Il casting di Réole

Il casting di Réole offre anche una buona panoramica dell’arco che Glucksmann spera di riunire, dagli ambientalisti – come Yannick Jadot o Cécile Duflot, attualmente direttore generale di OXFAM – piuttosto non nella tendenza di Marine Tondelier, a quelli delusi dalla sinistra di Macronie – con la presenza dell’ex ministro Clément Beaune. E naturalmente i socialisti, piuttosto contrari alla linea di Olivier Faure, come Anne Hidalgo o Carole Delga, presenti sul posto proprio come Boris Vallaud. Colui che è stato il candidato del Ps alle elezioni europee sa bene che lì ha un terreno fertile: invita anche i socialisti “vieni a lavorare” sul progetto con lui. Modo per dire che questo lavoro verrà svolto più da lui che da loro.

Sa anche che può diventare un possibile sbocco politico per gli oppositori interni alla linea sindacale con LFI. Per le strade di Réole incontriamo anche attivisti del PS che aspettano un cambio di linea al prossimo Congresso o minacciano altrimenti di lasciare il loro partito. Come Marie-Jo, originaria delle Landes, che si dice “al PS… ma dal lato positivo” – capiscono gli oppositori del Primo Segretario -, o il suo amico Jacques, una storia, inserita dal congresso di Epinay, che non usa mezzi termini: “Non possiamo essere sulla linea di Mélenchon, è congelato. Se è così, sarà senza di noi. » Guardano ancora Glucksmann con un piccolo dubbio: “È un intellettuale ma deve diventare un leader, non deve avere paura. »

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“Offrire un’altra strada rispetto al ritiro”

Anche altri interlocutori del fondatore di Place publique lo avvertono: attenzione alla trappola che lo minaccia se si trova coinvolto troppo da vicino nelle guerre interne al PS. Il deputato Jérôme Guedj, presente a Réole, lo avverte: “Non dobbiamo scommettere sulla frattura del Ps. Non puoi diventare più grande raccogliendo socialisti scontenti. » Glucksmann assicura che la sua intenzione non è quella “fai la spesa da PS”. Il suo obiettivo è più ampio, vuole andare ovunque, costruire un “narrativa” capace di contrastare quello dell’estrema destra. “Andremo in ogni città, in ogni villaggio, in ogni quartiere, per offrire un percorso diverso dall’astinenza”, promette nel suo discorso di chiusura. Ma lui e il suo movimento hanno davvero i mezzi per dispiegarsi in questo modo nei prossimi mesi? Non è facile aggiungere le altre tre alle due P di Place publique, “Pane, paté e politica”.

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