morte di un uomo dalle mille vite

morte di un uomo dalle mille vite
morte di un uomo dalle mille vite
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Kris Kristofferson, appena scomparso all’età di 88 anni, è stato un compositore affascinante e sottile, autore di grandi classici della musica country che il suo successo cinematografico (in particolare in “Pat Garrett e Billy the Kid”) ha un po’ eclissato.

Cosa ricorderemo di Kris Kristofferson, morto il 28 settembre all’età di 88 anni? Come Dean Martin, i suoi ruoli nel cinema, in film importanti, cancellarono il leggendario musicista.

Lo ricordiamo in È nata una stella (1976) dove interpreta una star country caduta in disgrazia che vede il suo protetto diventare più famoso di lui. La sua prestazione gli ha permesso di ottenere il suo premio più grande, il Golden Globe. Era perfetto nel ruolo del camionista ribelle Il convoglio (1978) di Sam Peckinpah. Barbuto, con occhi d’acciaio, ha distrutto tutto come questi eroi fabbri liberi della strada che l’America ama eroizzare.

L’arte come forza trainante

Ma Kris Kristofferson resterà nella nostra memoria soprattutto per questo magnifico western disincantato, sempre sotto la macchina da presa di Sam Peckinpah, Pat Garrett e Billy the Kid (1973). Ha interpretato il ruolo di Kid, ha convinto il suo amico Bob Dylan a venire e disegnare una sagoma spettrale, Alias, come quest’ombra che ha perseguitato Kristofferson per tutta la sua vita…

I due uomini si erano incrociati qualche anno prima durante la registrazione a Nashville del capolavoro di Dylan, Bionda su bionda. Per caso si trovava lì Kris Kristofferson, un anonimo impiegato della CBS, vestito con l’uniforme da fattorino. Puliva, svuotava posacenere e bidoni della spazzatura mentre osservava dal buco della serratura le grandi figure del rock e del country da lui idealizzate.

Nato nel 1936 a Brownsville, Texas, voleva diventare scrittore, seguì studi letterari presso una prestigiosa scuola college da Oxford, Inghilterra. Amava la poesia di William Blake e le canzoni di Hank Williams, ma, attratto dall’avventura, si arruolò nell’esercito e prese il brevetto di pilota di elicottero. Avrebbe bombardato con il napalm i vietcong se, nel 1964, i primi dischi di Dylan non lo avessero scioccato. Lasciò la mitragliatrice, afferrò la chitarra e si diresse a Nashville con la speranza un giorno di registrare un album. Senza immaginare che prima farebbe l’uomo delle pulizie.

Ha deciso di proporre una canzone all’idolo country Johnny Cash. Il resto è mitologia. Ha rubato un elicottero militare ed è atterrato nella proprietà di Cash; poi scese, scarmigliato, una birra in una mano, la canzone nell’altra. Ma Kristofferson negherà questa favola, “un’invasione della privacy che non permetterò.” In ogni caso, Cash alla fine registrerà il suo splendido La domenica mattina sta arrivando (1969).

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Ma è soprattutto come interprete che lo abbiamo amato così tanto, grazie alla sua grana di voce pura e seria, al suo inglese poetico. Kris Kristofferson racconta le sue grandi storie americane meglio di chiunque altro, e molti dei pezzi che ha scritto appartengono al libro d’oro, insieme a Cole Porter, Dylan ovviamente, o persino Irving Berlin: Jody e il bambino (1968), Il castello di Darbyquello sessuale Aiutami a superare la notte (1970). Ma è il famoso Io e Bobby McGee, durante i suoi prosperi anni ’70, che lo fece precipitare nella leggenda, perché Janis Joplin lo registrò il giorno prima della sua morte e ne fece il suo pezzo testamentario.

Kris Kristofferson avrà attraversato momenti difficili. All’inizio degli anni Ottanta le sue composizioni perdono un po’ della loro grazia e nel cinema soffre il cocente fallimento di Porta del Paradiso di Michael Cimino dove, nei panni di un tormentato maresciallo, recita al fianco di Isabelle Huppert.

Non è mai tornato davvero sul palco, nonostante tutto abbia ancora un buon album, Terzo Guerriero del Mondo (1990), coltivando il suo carattere di simpatico e autentico eremita, lontano dalle icone fabbricate di musica country. “C’è una Nashville prima di Kris, e una Nashville dopo Kris”disse Dylan che, sulla scia dei suoi amici, si dedicò lui stesso al country alla fine degli anni ’60, innamorato di questa gloriosa famiglia che comprendeva Kristofferson, Johnny Cash, Waylon Jennings, Willie Nelson, Emmylou Harris… Questa generazione ha creato un paese europeo mattinata di blues, molto poetica, lontana da questa fiera per grandi camionisti texani ubriachi che è diventata nel frattempo.

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“Kris Kristofferson è morto pacificamente a casaha scritto il comunicato stampa ufficiale. Quando vedi un arcobaleno, è quello che sorride a tutti noi. » Vedremo soprattutto il buon vecchio Bobby McGee diretto a New Orleans al volante della sua stanca macchina diesel, cantando il blues.

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