Anche se giura di non aver scagliato il sasso che ha ucciso un adolescente in una serata di festa a Rawdon, un uomo dovrebbe intraprendere la strada della detenzione per il suo coinvolgimento nella tragedia avvenuta 13 anni fa.
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“La roccia quella [les policiers] mi ha mostrato in foto, non sono stato io a iniziare quello. Sì, ho partecipato, sì, ero lì, ma quello nelle foto non sono io”, ha insistito l’imputato, nella Camera dei giovani, presso il tribunale della Joliette.
Il danno però c’è: l’uomo, ora 29enne, rischia una pena di 15 mesi, nove di carcere e sei di comunità, su proposta congiunta dei partiti presentata lunedì. Sia la sua identità che quella della vittima sono protette dall’ordinanza del tribunale.
La ragazza di 16 anni, la cui identità è protetta dal tribunale, è morta dopo essere stata colpita da un sasso.
Foto fornita dalla famiglia
A settembre aveva ammesso di aver partecipato alla morte della 16enne, avvenuta nel settembre 2011, durante una serata di festa a casa sua. Erano stati consumati alcol e cannabis.
Lontano dal crimine
Il fidanzato dell’adolescente era andato a prenderla con un furgone dopo un litigio con il suo ex.
Mentre l’autista correva avanti e indietro davanti alla casa brandendo una mazza da baseball, i partecipanti alla festa hanno iniziato a lanciare oggetti contro il veicolo. La vittima era un passeggero.
“Lo colpiremo come si deve”, avrebbe detto l’imputato, allora sedicenne, dopo avergli suggerito di armarsi di pietre.
Foto LAURENT LAVOIE
Uno di essi ha infine raggiunto la giovane, che è morta a causa delle ferite riportate. Era impossibile stabilire al di là di ogni dubbio da chi provenisse la roccia.
Lunedì l’imputato ha ammesso che la lite non avrebbe mai dovuto degenerare in questo modo. Dice che ora sta lontano dal crimine, desiderando essere il “miglior papà” per i suoi figli.
Ancora doloroso
Nel mezzo dell’aula, la madre del defunto è rimasta ferita dalle sue parole.
“Hai anche chiesto a diverse persone di lanciare sassi, quindi forse non avevi intenzione di alzarti la mattina [la] uccidere, ma l’azione che hai compiuto è stata molto volontaria”, ribatté lei.
Anche la madre si è assicurata di fissarlo quando si è rivolta alla corte pochi minuti prima.
Ha detto che i suoi progetti per tutta la vita sono svaniti 13 lunghi anni fa. L’adolescente svolgeva due lavori, non vedeva l’ora di festeggiare il ballo di fine anno e sperava di diventare una segretaria legale.
La vittima, la cui identità è protetta dal tribunale, da adolescente andava a cavallo.
Foto fornita dalla famiglia
“Non avrò più la possibilità di vedere il suo magnifico sorriso, di vederla crescere e diventare una giovane donna bella e realizzata”, ha testimoniato la signora.
“Non ne avrò mai la possibilità [la] vedere creare una famiglia e prendere i tuoi figli tra le mie braccia”, ha aggiunto.
Il procuratore della Corona Roxane Gagné ha convenuto che “nessuna sentenza ci permetterà di tornare indietro nel tempo”, ma spera che la famiglia possa “andare avanti e iniziare [un] processo di guarigione” grazie a questa nuova fase del processo legale.
La decisione del tribunale è prevista per il prossimo gennaio.
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