Rassegna Stampa: I quotidiani sono mossi dalla violenza elettorale
I quotidiani, segnalando gli atti di violenza commessi contro le carovane organizzate dai candidati alle elezioni legislative del 17 novembre, si preoccupano, nell’edizione di martedì, della “svolta pericolosa” della campagna elettorale.
“La situazione sta degenerando”, titola il quotidiano L’As sull’argomento, riferendosi soprattutto alle violenze verificatesi a Saint-Louis (nord), agli incidenti “tra [des agents de] sicurezza della coalizione Samm La tua parola. […] e giovani di Pastef, soprattutto commercianti”.
“Diversi attivisti di Pastef sono stati feriti a colpi di machete”, riferisce L’As, sottolineando che queste violenze hanno portato il ministro degli Interni e della Pubblica Sicurezza a “chiedere” che vengano perquisite “cortei sospetti”.
Jean Baptiste Tine ha allo stesso tempo vietato gli “attacchi alle carovane”, secondo il quotidiano Le Quotidien. “Le violenze riscontrate durante la campagna elettorale spingono il Ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza a diffidare i potenziali trasgressori dell’ordinanza n. 026507 del 22 ottobre 2024 che vieta il porto di armi di ogni categoria e di materiali esplosivi, dal 17 ottobre al 17 dicembre, 2024”, ha scritto.
“Jean Baptiste Tine informa che le forze di sicurezza hanno ricevuto ‘ferme istruzioni’ di ‘perquisire sistematicamente le persone e i cortei considerati sospetti’”, aggiunge Le Quotidien.
“Il ritrovamento di qualsiasi arma, per natura o destinazione, comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge”, continua lo stesso giornale citando Tine.
Turno finale in coincidenza con la “battaglia per la capitale”
Libération riferisce che il convoglio di una coalizione concorrente è stato “intercettato in tarda serata dalla BIP”, la Brigata Multiuso d’Intervento, un’unità d’élite della Polizia Nazionale.
“La campagna legislativa è in pieno svolgimento […] in un contesto teso”, che ha motivato il richiamo, da parte del Ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza, “dell’importanza di preservare la pace e l’ordine pubblico in questo periodo cruciale per il Paese”, nota il quotidiano EnQuête.
“Ultimo turno ad alto rischio”, in coincidenza con la “battaglia per la capitale”, Dakar, dove i candidati si incontreranno, per gli ultimi giorni della campagna elettorale, sottolinea WalfQuotidien. “Dopo aver percorso l’interno del Paese, osserva, i capi delle liste nazionali si ritirano a Dakar”.
I candidati “dedicheranno le restanti novantasei ore della campagna [à] la capitale. Violenza e collisioni in prospettiva”, teme WalfQuotidien.
Vox Populi è preoccupato anche per la “svolta pericolosa di una campagna violenta e sanguinosa”.
“Dopo Dakar, Koungheul, Mbacké, Diourbel, Saint-Louis nella violenza”, nota la stessa pubblicazione, riportando immagini “insopportabili” di persone molestate e ferite.
“L’inazione dell’ONU in Palestina e Libano”
Sud Quotidien ripercorre la fine del partenariato per la pesca sostenibile tra il Senegal e l’Unione europea, una “nuova svolta” necessaria per entrambe le parti, secondo il quotidiano.
Il protocollo di attuazione dell’accordo di pesca che governa le due parti dalla sua firma il 18 novembre 2019, “per un periodo di cinque anni, scade il 17 novembre”, riferisce il quotidiano.
“L’attuazione di questo accordo ha suscitato molte polemiche tra gli operatori del settore [de la pêche] che hanno continuato a denunciare cattive pratiche […] navi straniere nelle acque territoriali senegalesi”, commenta Sud Quotidien.
Si chiede se lo Stato del Senegal romperà definitivamente questa partnership o rinegozierà il contratto tutelando gli interessi dei pescatori senegalesi.
Le Soleil era particolarmente interessato all’appoggio del presidente della Repubblica, Bassirou Diomaye Faye, a favore dei palestinesi.
Faye ha sottolineato “l’inazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla situazione in Palestina e Libano”, riferisce il giornale.
Il capo di Stato senegalese, intervenendo al vertice straordinario dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, “ne è convinto [cette] inerzia […] rischia di rimettere in discussione [la] credibilità” delle Nazioni Unite.
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