il ministro del Lavoro “pone una domanda vera” secondo un economista, per il quale tassare solo i pensionati sopra i 2.500 euro “sarebbe più ragionevole”

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Astrid Panosyan-Bouvet solleva la possibilità di un contributo di alcuni pensionati per finanziare il bilancio della previdenza sociale.

Pubblicato il 21/01/2025 20:45

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Ministro del Lavoro Astrid Panosyan-Bouvet, 3 gennaio 2025. (MATHILDE KACZKOWSKI / HANS LUCAS tramite AFP)

Per Alain Villemeur, dottore in scienze economiche dell’Università Paris-Dauphine, il ministro del Lavoro, Astrid Panosyan-Bouvet, posa “una vera domanda” quando menziona, martedì 21 gennaio, la possibilità di un contributo di alcuni pensionati per finanziare il bilancio della previdenza sociale. Dopo l’idea, avanzata dal ministro del Lavoro, di tassare una parte dei pensionati, Matignon ha temperato queste osservazioni, parlando di una “posizione personale” del ministro.

Il direttore scientifico della cattedra Transizione demografica – Transizione economica dell’ateneo spiega che circa il 40% dei pensionati riceve più di 2.000 euro al mese e che circa il 30% dei pensionati riceve più di 2.500 euro. Considerando solo coloro che percepiscono più di 2.500 euro, si tratta di circa cinque milioni di pensionati. “Se tassassimo questi pensionati in modo relativamente modesto, ciò potrebbe rappresentare dai 500 agli 800 milioni di euro ogni anno”continua Alain Villemeur.

Secondo lui, “se dobbiamo continuare in questa direzione”COSÌ “sarebbe più ragionevole tassare i pensionati sopra i 2.500 euro”. Spiega la sua posizione con questo “i pensionati ospitati nelle case di riposo devono spendere tra i 2.200 e i 2.500 euro al mese”. Lo sarebbe quindi “molto fastidioso” secondo lui, “ridurre il potere d’acquisto dei pensionati che devono sostenere i costi di ingresso nelle case di cura”.

La proposta del ministro potrebbe quindi essere meglio strutturata “come misura di emergenza, di solidarietà dei pensionati di fronte al significativo deficit di protezione sociale”. Ma oltre a ciò, il dottore in scienze economiche ne è convinto “dobbiamo affrontare il problema del finanziamento delle case di cura” et “dalla dipendenza nei prossimi dieci anni”. “Ci saranno sempre più persone dipendenti e dovremo affrontare costi crescenti“, prosegue prima di aggiungere: “Dobbiamo considerare un finanziamento sostenibile per la perdita di autonomia”.

Finanziamenti che, secondo lui, non dovrebbero in ogni caso puntare sui più giovani: “Possiamo trovare altre leve ma penso che dobbiamo eliminare qualsiasi soluzione che porti le generazioni più giovani a contribuire maggiormente”spesso in situazioni finanziarie “più difficile” rispetto a quelli dei pensionati, ricorda.

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