Il manifesto di questo WEF 2025
“Uno dei contesti geopolitici più complicati da generazioni”. Il presidente e direttore esecutivo Borge Brende ha preparato la scena martedì pomeriggio per il 55° World Economic Forum che si svolgerà dal 20 al 24 gennaio a Davos, volendo credere che in “questo mondo polarizzato e frammentato, c’è ancora spazio per collaborazioni […] e per migliorare lo stato del mondo. In ogni caso, questo è ciò su cui lavoreranno i circa 3.000 partecipanti, in rappresentanza di 130 Paesi, attesi nella stazione dei Grigioni sotto lo sguardo vigile dell’esercito e delle forze dell’ordine svizzere.
Poniamo una delle prime domande. Se Donald Trump non ha nascosto di aver apprezzato molto i suoi due viaggi sulle Alpi svizzere durante la sua prima presidenza, non sarà fisicamente presente ma si impegnerà in un intervento a distanza, “interagendo con i partecipanti”, giovedì pomeriggio, tre giorni dopo la cerimonia di insediamento presidenziale negli Stati Uniti.
L’elenco dei rappresentanti della nuova amministrazione non è ancora definitivo, poiché nuovi nomi potrebbero aggiungersi quando il repubblicano si insedierà alla Casa Bianca. Per il momento, la partecipazione del multimiliardario Elon Musk, il nuovo braccio destro del presidente, non è all’ordine del giorno ma non è esclusa, soprattutto lontanamente.
Fisicamente saranno presenti molti volti noti tra i 350 rappresentanti di governo attesi, a cominciare dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter. La consigliera federale ha annunciato la settimana scorsa che incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, presente martedì 21 gennaio insieme a un’ampia delegazione di imprenditori, perché si tratta anche di preparare la “ricostruzione”. del Paese “quando la guerra sarà finita”, ha indicato Borge Brende che vuole credere nella fine del conflitto omicida contro la Russia.
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